Inaugurata lo scorso 8 luglio a Cagliari la grande retrospettiva che celebra, a cento anni dalla nascita, Inge Morath: la prima fotogiornalista donna dell'agenzia Magnum Photos.

Tra gli scatti più celebri che la storia della fotografia del secondo dopoguerra ci ha donato, vi sono senz'altro quelli di Inge Morath, che dopo il successo delle recenti mostre di Monaco e Venezia, viene celebrata a cento anni dalla nascita. Ad accogliere le straordinarie immagini di questa pioniera dell'obiettivo è ora la città di Cagliari, che ospita un percorso espositivo visitabile fino al 1° ottobre 2023, dal titolo Inge Morath. Una donna una vita la fotografia. I REPORTAGE DI INGE MORATH A CAGLIARI La fotografa austriaca ci ha regalato non solo scatti memorabili, ma soprattutto la testimonianza di una donna che con coraggio e caparbietà è riuscita ad affermarsi in una disciplina all'epoca prettamente maschile.  Nelle quasi duecento opere fotografiche di Inge Morath in mostra al Palazzo di Città a Cagliari, spiccano la determinazione e la rara sensibilità dell'artista, qualità che hanno condotto la Morath a realizzare importati reportage in Spagna, Italia, Medio Oriente, America, Russia e Cina. Nella sua produzione arte e vita si confondono fino a diventare tutt'uno. "La fotografia è essenzialmente una questione personale: la ricerca di una verità interiore", dichiarò la fotografa. LA FOTOGRAFIA SENZA CONFINI DI INGE MORATH Il tema del viaggio è dominante nella biografia di Inge Morath, e la mostra a lei dedicata, curata da Brigitte Blüml e Kurt Kaindl, accende i riflettori su questo aspetto, soffermandosi sulle esperienze dell'artista a Venezia e Parigi, passando per la Spagna e l'Iran.  Attraverso le opere protagoniste del percorso espositivo è possibile cogliere l'importanza del tema del viaggio in senso esteso. Nei suoi scatti, infatti, oltre alla vicinanza fisica emerge soprattutto la vicinanza emotiva e culturale che la fotografa instaurava con le persone e le scene osservate dietro al suo obiettivo. Quella di Inge Morath è stata una ricerca artistica caratterizzata da profonda umiltà ed empatia con i soggetti ritratti: “Nel mio cuore voglio restare una dilettante, nel senso di essere innamorata di quello che sto facendo, sempre stupita delle infinite possibilità di vedere e usare la macchina fotografica come strumento di registrazione”. [Immagine in apertura: Autoritratto, Gerusalemme, 1958 © Fotohof archiv / Inge Morath / Magnum Photos]
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