Il campo polivalente nell'area verde di via Negri, a Piacenza, viene restituito ai residenti in una veste rinnovata: grazie all’intervento dell’artista urbano Koté, diventa un campo da basket coloratissimo e aperto a tutti, riqualificando l’intera zona.

Un altro comune italiano torna a scommettere sulla potenzialità della riqualificazione urbana e sociale tramite opere di arte pubblica, restituendo alla comunità locale uno spazio altrimenti in stato di abbandono. Avviene a Piacenza, dove è appena stato inaugurato un monumentale e coloratissimo playground firmato dall’artista Koté (al secolo Antonio Cotecchia), ed eseguito coinvolgendo un gruppo di ragazzi di età compresa tra i 10 e i 18 anni.IL CAMPO DA BASKET RIQUALIFICATO DALL’ARTE URBANAL’intervento, intitolato La piramide della vita, si estende sulla superficie di 370 metri quadrati del “campaccio”, un campo polivalente in cemento situato all’interno di un parco in via Negri, che già da anni era al centro di un progressivo degrado. Inserita in un più ampio progetto di contrasto al disagio giovanile da titolo #ontheroad, l’opera di Koté si presenta come l’intervento conclusivo di una serie di lavori di riqualificazione che hanno fatto nascere, al posto del “campaccio”, un campo da basket aperto alla comunità, con nuova pavimentazione e nuovi canestri. “Questo lavoro non è solo un'espressione artistica”, ha dichiarato la sindaca Katia Tarasconi, “ma anche un simbolo della vitalità dei nostri giovani e una testimonianza della bellezza che nasce dalla collaborazione e dall’aiuto reciproco”.IL DISEGNO DI KOTÉ PER IL CAMPO DA BASKET A PIACENZAIl monumentale disegno di Koté si compone di 52 figure di ragazzi e ragazze che si intrecciano, andando a formare una “piramide umana” che, infine, arriva a schiacciare la palla nel canestro. “Ho pensato molto a come approcciare il campo. Non volevo limitarmi a un intervento puramente decorativo”, ha spiegato l’artista, “ma era molto importante per me esprimere un messaggio forte. Ogni ragazzo o ragazza che sale sulla schiena di un altro rappresenta un passo verso l'alto e il superamento dei propri limiti. Per raggiungere un obiettivo comune, nello sport, come nella vita, è necessario conoscersi, comprendersi, fidarsi, andando oltre le apparenze e i pregiudizi, lasciando da parte la rabbia che spesso si prova da giovani, trasformandola in un’impresa umana”.[Immagine in apertura: Giulia Gandolfi Fotografi]
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