Una serie di ottanta cartoline realizzate dalla poetessa polacca trovano spazio, fino al prossimo 20 dicembre, al MLAC di Roma. Nati come biglietti di auguri da inviare agli amici, i collage di Szymborska offrono un nuovo punto di vista sull'opera dell'autrice premio Nobel per la letteratura.

Tra le più grandi poetesse del Novecento e premio Nobel per la letteratura nel 1996, Wisława Szymborska diventa protagonista a Roma, in occasione del centenario della sua nascita, grazie a una nuova mostra allestita negli spazi del MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell'Università La Sapienza. Intitolata Szymborska e il mondo-collage, e visitabile fino al prossimo 20 dicembre, l'esposizione raduna una serie di ottanta cartoline che la poetessa polacca realizzò attraverso la tecnica del collage, e indirizzò ai suoi amici più intimi nell'arco di diversi decenni.LE CARTOLINE DI SZYMBORSKA IN MOSTRA A ROMA Curata da Luigi Marinelli e Anna Jagiello, in collaborazione con Gaia Fiorentino, l'esposizione fa luce su una prospettiva inedita dell'opera di Szymborska che, oltre a rappresentare una delle firme più celebri della poesia polacca, è stata anche un'eccellente artista appassionata di collage o wyklejanki (cioè “ritaglini”), come lei amava definirli. La raccolta di opere esposta al MLAC esplora il linguaggio artistico dell'autrice di Kórnik che, parallelamente alla letteratura, si dedicava anche alla realizzazione di particolari cartoline da inviare agli amici più cari sotto forma di biglietti di auguri.  Ogni opera racchiude significati e messaggi precisi: attraverso uno stile ispirato all'assurdo e al nonsense, e con un pizzico di ironia, i collage di Szymborska invitano l'osservatore a “guardare diversamente non solo il mondo ma anche il linguaggio col quale lo descriviamo”, suggerisce Michał Rusinek, presidente della Fondazione Szymborska.LE OPERE-COLLAGE DI WISŁAWA SZYMBORSKA Presentate grazie alla cortesia di Edward Balcerzan e della Fondazione Szymborska di Cracovia, le cartoline-collage accompagnano il visitatore alla scoperta nell'universo inesplorato della poetessa, fatto non solo di versi e parole, ma anche di immagini e arte.  “Verso la fine dell’anno, per lo più in novembre Wisława Szymborska mi chiedeva di non andare da lei per alcuni giorni e di non fissarle appuntamenti, perché in questo tempo avrebbe 'fatto l’artista'. Era il tempo in cui componeva i collages. Non era permesso andare da lei non tanto per via della concentrazione necessaria all’artista, quanto per via della tecnica che utilizzava. Tutto il pavimento dell’appartamento era ingombro di ritagli di giornali e vecchi cataloghi. La Szymborska ci passava sopra come una cicogna, li accoppiava, scoppiava a ridere e li incollava sui cartoncini. Così nascevano i suoi collages”, ha raccontato Rusinek. [Immagine in apertura: dalla collezione della Fondazione Wislawa Szymborska]
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