Sono 39 le protagoniste di “Astratte. Donne e astrazione in Italia 1930-2000”, la rassegna allestita negli spazi di Villa Olmo, a Como. Un progetto che accende i riflettori su artiste spesso dimenticate o poco conosciute dell'astrazione italiana.

Era il 1980 quando Lea Vergine (figura di spicco della cultura dell'ultimo cinquantennio, scomparsa nel 2020), faceva per la prima volta luce sull'arte astratta italiana declinata al femminile. Succedeva con la mostra L'altra metà dell'avanguardia, da lei curata a Palazzo Reale a Milano: una rassegna tutt'oggi ritenuta fondamentale rispetto agli studi relativi a storia dell'arte e questioni di genere. A più di quattro decenni da quell'iconico evento, una nuova esposizione torna sul tema, con intenzioni affini. Si tratta di Astratte. Donne e astrazione in Italia 1930-2000, il progetto espositivo da poco inaugurato nelle sale settecentesche di Villa Olmo, a Como. LA MOSTRA A VILLA OLMO Aperta al pubblico fino al 29 maggio, la mostra rende omaggio a trentanove protagoniste dell'arte astratta italiana a lungo trascurate quando non dimenticate. Selezionate da Elena Di Raddo, curatrice del progetto, le autrici si differenziano all'interno del percorso espositivo per tecnica, attitudine e stile. Una varietà sottolineata dallo stesso allestimento, suddiviso in “capitoli”, ognuno dei quali dedicato a una specifica declinazione. A partire da Pioniere, l'episodio introduttivo in omaggio a figure precorritrici del movimento: fra queste Carla Badiali, Cordelia Cattaneo, Giannina Censi, Bice Lazzari e Regina (quest'ultima al centro di uno speciale focus che evidenzia il suo rapporto con la città di Como). DAGLI ANNI TRENTA AI DUEMILA I riflettori si spostano invece sugli anni Cinquanta con le sezioni Segno/Scrittura (dove a farla da padrone sono le opere di Carla Accardi, Irma Blank e Betty Danon) e Geometrie (dedicata ad artiste come Carol Rama e Fausta Squatriti, per le quali la tela diventa una “pagina” bianca sulla quale far convivere forme, colore e pulsioni matematiche). La sezione Materia è invece rivolta all’indagine astratta legata all’esplorazione dei materiali (prova ne sono le opere di Luisa Albertini, Marion Baruch, Renata Boero e Mirella Saluzzo), mentre Spazio/Luce si sofferma sull'impiego di nuovi materiali come il neon o il vetro (elementi cari a Sonia Costantini e Nanda Vigo, quest'ultima protagonista di una speciale installazione luminosa negli spazi della Pinacoteca Civica di Como). [Immagine in apertura: Fernanda Fedi, Struttura XXX, 1975. Courtesy l’artista]
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