Fino al 16 ottobre 2022, al Prado di Madrid, lo studio e la conoscenza del cosmo nell'arco dei secoli sono raccontati da una selezione di venti opere della collezione permanente del museo.

Il Museo Nacional del Prado di Madrid, fino al prossimo 16 ottobre, offre al proprio pubblico un affascinante itinerario ispirato alle meraviglie del cosmo. Il percorso, denominato Reflections of the Cosmos e curato dall’astrofisico del CSIC Montserrat Villar, attraverso venti capolavori di artisti come Patinir, Rubens, Murillo, Zurbarán e Tiepolo, tutti facenti parte della collezione permanente del museo spagnolo, vuole indagare e riflettere sulla percezione e la conoscenza del cosmo nell’arte del passato.SGUARDI INEDITI SULLA COLLEZIONE DEL PRADO L'inedito percorso, che propone quindi una particolare lettura della storia dell'astronomia, è reso possibile grazie alla straordinaria vastità della collezione artistica in possesso del Museo del Prado e rientra in uno specifico programma, intrapreso in collaborazione con professionisti di discipline diverse, ideato per invitare all'approfondimento dei capolavori che dimorano in maniera permanente nell'istituzione spagnola.IL PERCORSO “REFLECTIONS OF THE COSMOS” L'itinerario è suddiviso in quattro sezioni indipendenti e, allo stesso tempo, complementari. Il primo capitolo, intitolato The myth of the flat Earth, è incentrato sulla storica diatriba medievale inerente la sfericità della Terra e raccoglie, tra gli altri, dipinti come Charon crossing the Styx di Joachim Patinir e The Third Day of Creation (outer panels of The Garden of Earthly Delights Triptych) di Hieronymus Bosch. La sezione Myths in the stars riflette, invece, sull’interpretazione, più o meno fantasiosa, data alle costellazioni e alla volta celeste e comprende alcune opere firmate da Pieter Paul Rubens. In When the Moon lost its purity, anche attraverso i dipinti di Gaspare Vanvitelli e Gianbattista Tiepolo, si medita sull’essenza della Luna e sull’iconografia della Immacolata Concezione rappresentata, appunto, incoronata con dodici stelle e con una luna sotto i suoi piedi. L’ultima sezione, intitolata The telescope revolution, narra come con l’introduzione da parte di Galileo, nel 1609, del telescopio come strumento scientifico con cui esplorare il cielo, siano definitivamente cadute le teorie geocentriche. [Immagine in apertura: Joachim Patinir, Charon crossing the Sty,  1520-24, oil on panel, 64 x 103 cm. Museo Nacional del Prado, Madrid]
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