L’iniziativa arriva dalla Gran Bretagna: grazie a un gruppo di volontari, l’associazione Art UK digitalizzerà ben 5mila opere di street art disseminate su tutto il territorio, creando un vasto archivio liberamente fruibile online.

La digitalizzazione delle opere d’arte è un mezzo sempre più efficace per conservare e preservare il patrimonio culturale. Questa modalità è particolarmente utile quando abbiamo a che fare con lavori che, per loro natura, tendono a deteriorarsi, o che difficilmente possono essere conservati in altro modo. L'esempio più calzante in assoluto è quello della street art: è proprio per questo che Art UK – piattaforma online dedicata all’arte pubblica della Gran Bretagna – annuncia la creazione di un archivio digitale che conterrà ben 5mila murali.L’INIZIATIVA DI ART UK A TUTELA DELLA STREET ART Disseminate tra gli spazi interni ed esterni di centri commerciali, stazioni ferroviarie, chiese e musei di tutto il territorio anglosassone, le opere saranno fotografate e messe a disposizione dei visitatori sul sito ufficiale.  Perché questa iniziativa è così importante? Spesso, gli street artist realizzano le loro opere senza le autorizzazioni necessarie, e questo – come abbiamo visto nel caso del murale di Banksy a Venezia – ostacola l’attivazione delle campagne di restauro necessarie. Quella di Art UK potrebbe quindi essere una delle uniche modalità disponibili per far sì che questo patrimonio superi la prova del tempo, arrivando alle generazioni successive. Si prevede che l’ambizioso progetto, avviato a gennaio, giungerà a conclusione entro il dicembre 2026, grazie a una fitta rete di collaboratori volontari.5MILA OPERE DI STREET ART DIGITALIZZATE Tra le opere coinvolte, troviamo alcuni dei capolavori del misterioso artista di Bristol, ma anche murali “storicizzati”, come l’articolata e monumentale composizione realizzata tra il 1976 e il 1983 da Dave Binnington, Paul Butler e Ray Walker nel borgo londinese di Tower Hamlets. E poi il mosaico Saltburn History Mural, eseguito nel 2011 da Helen Jane Gaunt e Derek Mosey, o ancora Federation House Concrete Reliefs (1965–1966), la monumentale parete in altorilievo in cemento a opera di William Mitchell e Gilling Dod Architects. Non solo street art tradizionale, quindi, ma anche esempi plastici e tridimensionali, come la “scultura murale” di Philippa Threlfall nella città di Poynton nel Cheshire. [Immagine in apertura: foto di Mike Von su Unsplash]
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