“Disco Ruin. 40 anni di club culture italiana” è il nuovo documentario dedicato alla storia delle discoteche in Italia. Scritto e diretto da Lisa Bosi e Francesca Zerbetto, il film sarà presentato nelle sale per tre giorni, a partire dal prossimo 5 luglio.

Templi del lusso, del divertimento, della perdizione. Le discoteche sono state per vari decenni simboli di libertà e piacere. Disseminati quasi sempre nelle periferia della nostra Penisola, questi “iperluoghi” del moderno spiccano ancora oggi come relitti ai margini della città: testimonianze di un'epoca d'oro che assume sfumature quasi mitologiche, se guardata a distanza e con l'esperienza della pandemia. UN VIAGGIO NELL'ITALIA DEL CLUBBING Il nuovo film scritto e diretto da Lisa Bosi e Francesca Zerbetto si sofferma proprio sull'ascesa e sul declino di queste “cattedrali” del divertimento, tracciando la storia dell'Italia del clubbing grazie ai racconti dei protagonisti di quegli anni sfrenati. Presentato alla Festa del Cinema di Roma dello scorso anno, e in programma nelle sale italiane il 5, 6 e 7 luglio, Disco Ruin è un docufilm dedicato a un'Italia che non esiste più (e che forse non è mai esistita). Ad accompagnare gli spettatori in questo viaggio visionario sono figure storiche della cultura disco nazionale: da Albertino al compianto Claudio Coccoluto, da Pierfrancesco Pacoda a Ralf. A loro – e a molti altri – il compito di ripercorrere a posteriori le notti in club come il Piper, l’Histeria, il Plastic e il Cocoricò: luoghi di aggregazione e perdizione, di alienazione e riti collettivi quasi “tribali”. IL COMMENTO DELLE REGISTE “Questa storia parte dagli albori, dalle balere, dai night degli anni ’60, dalle prime discoteche degli anni ’70, per poi focalizzarsi sugli anni ’80 e i ’90”, sottolineano le registe del film, prodotto in collaborazione con Sky Arte. “Nessun altro luogo riesce meglio a concentrare più arti insieme: le discoteche calamitavano e lanciavano tutte le nuove tendenze. Tra le mura di ogni discoteca storica c'è un mondo da raccontare. Una parabola che attraversa il costume e la vita delle generazioni che si sono succedute sulle piste”. Per scoprire di più sul documentario e sui suoi protagonisti, vi invitiamo a visitare la pagina web. [Immagine in apertura: © Nicola Casamassima]
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