L'opera d'arte immersiva che “aiuta” a sognare
ARTE
Fa finalmente il suo debutto a Londra “Dreamachine”, la nuova opera d'arte ispirata agli esperimenti psichedelici di Brion Gysin. Un progetto collettivo che invita il pubblico a esplorare il proprio inconscio.
Entrare, chiudere gli occhi e
lasciarsi andare alle divagazioni della mente. Sono queste le
premesse di Dreamachine,
l'opera d'arte multisensoriale che invita il pubblico a scoprire il
proprio inconscio.
Dopo aver suscitato non poca curiosità
al suo annuncio nei mesi scorsi, il progetto si prepara al debutto
ufficiale. A partire dal 10 maggio, la “macchina dei
sogni” sarà aperta al pubblico londinese, trasformando il Woolwich
Public Market della capitale britannica in un luogo magico.
Fino al
prossimo 24 luglio, appassionati d'arte e psichedelia potranno infatti
immergersi nelle ambientazioni oniriche create da quest'opera d'arte
immersiva, lasciandosi attraversare dagli impulsi luminosi e sonori,
adatti a stimolare visioni rilassanti.
LA STORIA DI DREAMACHINE
Realizzata grazie alla collaborazione
tra il collettivo Assemble (vincitore del Turner Prize nel 2015), il
musicista e compositore inglese Jon Hopkins e una folta squadra di
scienziati, filosofi, architetti ed esperti di nuove tecnologie e
neuroscienze, Dreamachine trae ispirazione dall'avveniristico
progetto ideato da Brion Gysin nel 1959.
Pensata con l'idea di soppiantare
definitivamente la televisione, regalando a ogni persona la
possibilità di vivere un'esperienza cinematica nel soggiorno della
propria abitazione, l'opera consisteva in un cilindro perforato posto
su un giradischi e illuminato dall'interno. La rotazione della
struttura permetteva alla luce di lampeggiare a una frequenza tra le
otto e le tredici pulsazioni al secondo (ovvero il tasso di onde alfa
prodotte dal cervello umano quando quest'ultimo si trova in stato di
rilassamento e dormiveglia). Il lampeggiamento della Dreamachine
consentiva in questo modo di avere delle vere e proprie visioni
"proiettate" dietro le palpebre, dando a chi utilizzava
la macchina l'impressione di sognare in maniera cosciente.
IL “REMAKE” DI DREAMACHINE
A sei decenni da quella creazione, la
nuova versione di Dreamachine si presenta più estesa nelle
dimensioni e immersiva. Nonostante le differenze tecniche,
l'intenzione resta tuttavia la stessa: guidare il pubblico in un
viaggio nella propria mente.
Facendo riferimento agli studi di
Gysin, la “nuova” Dreamachine nasce con l'obiettivo di
condurre i fruitori in un universo onirico del tutto personale. Una
volta accomodatosi su specifiche postazioni, e dopo aver chiuso gli
occhi in stato di completo relax, ogni individuo è sottoposto a una
serie di impulsi luminosi e sonori. L'intento, appunto, è
accompagnare il pubblico in una dimensione parallela sognante, dove
l'artista è lo stesso spettatore, capace di creare visioni
straordinarie grazie agli stimoli forniti dal contesto.
LE TAPPE DI DREAMACHINE
Dopo l'esordio londinese, Dreamachine
(che è stata realizzata nell'ambito del più ampio progetto UNBOXED:
Creativity in the UK) sarà presentata anche a Cardiff, per poi
fare tappa a Belfast (dal 25 luglio) e a Edimburgo (dove sarà ospite
al Murrayfield Ice Rink a partire dal 13 agosto).
[Immagine in apertura: Dreamachine.
Photo by David Levene]