Un libro riunisce tutte le “sperimentazioni spaziali” di Elmgreen & Dragset
LETTERATURA
Il volume "Elmgreen & Dragset: Spaces" offre per la prima volta al lettore un compendio delle sperimentazioni del duo con gli ambienti spaziali, esplorando le storiche installazioni provocatorie che hanno messo in discussione il mondo dell’arte e le norme sociali e culturali del nostro tempo.
Nel mondo dell’arte, dove spazi vuoti e tele bianche sembrano sussurrare storie non dette, Elmgreen & Dragset scolpiscono ambienti sospesi tra l’invisibile e il tangibile, tra il sogno e la realtà. Il libro Elmgreen & Dragset: Spaces (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina), portato sugli scaffali da Hatje Cantz, si propone come la prima pubblicazione approfondita incentrata esclusivamente sulle trasformazioni spaziali realizzate dal duo. Tra le pagine si dispiega quindi un compendio esaustivo degli ambienti concepiti dagli artisti nel corso degli anni, carichi di ambiguità e provocazione, che si elevano a metafora della società e delle sue dimensioni nascoste.IL LIBRO SULL'ARTE DI ELMGREEN & DRAGSETAttraverso l’introduzione di Sarah Yoon e Yookyung Sohn, il testo, arricchito dalle analisi critiche di T.F. Chan e Haeyun Park, esplora come gli artisti abbiano radicalmente ripensato gli spazi espositivi tradizionali. La dimensione spaziale, punto focale della loro sperimentazione ormai trentennale, viene approfondita con particolare cura: non si parla solo di installazioni, ma dell’intero processo di riorganizzazione dello spazio espositivo (tradizionalmente asettico), facendo luce, in senso più ampio, sulla capacità degli artisti di mettere in discussione le norme sociali, politiche e culturali, e le dinamiche di potere che le regolano. Il risultato è un’operazione artistica che diventa veicolo di riflessione critica sull’ambiente che ci circonda, sfidando le aspettative e invitando il pubblico a una lettura attiva e partecipativa dello spazio. Ad arricchire la pubblicazione, anche un'intervista inedita svolta da Dieter Roelstraete.LE OPERE PIÙ ICONICHE DI ELMGREEN & DRAGSETLa storia di Elmgreen & Dragset inizia a Copenaghen nel 1995, quando Michael Elmgreen (Danimarca, 1961) e Ingar Dragset (Norvegia, 1969) si incontrano per la prima volta. Spostandosi tra Berlino e Londra, i due danno vita a un iconico sodalizio artistico e, per i primi dieci anni della collaborazione, sono anche una coppia nella vita privata. Le loro ricerche spaziali entrano nel vivo nel 1997, quando avviano la serie di installazioni ambientali intitolate Powerless Structures, che subito si afferma come una pietra miliare nella storia dell'arte, sfumando i confini tra architettura, scultura e performance, e sfidando le convenzioni del “white cube”. Tra i loro interventi più noti spiccano l’opera per la Biennale di Istanbul del 2001 (un modello in scala 1:1 di un museo moderno raffigurato come una “rovina” antica) e Short Cut del 2003 (un’auto bianca che traina una roulotte sprofondata nel pavimento della Galleria Vittorio Emanuele di Milano).