Dai laboratori creativi in carcere al racconto delle storie dei migranti, il programma del "Festival De André" di Brescia celebra il cantautore genovese (e i 40 anni di “Creuza De Mä”) accendendo i riflettori sulle categorie marginalizzate della società. A dimostrazione dell'attualità dei testi dell’indimenticabile artista.

Era il 1984 quando Fabrizio De André presentava un album che avrebbe rivoluzionato i canoni della musica grazie alla sua peculiare combinazione di scelte linguistiche, strumentali e ritmiche: Creuza De Mä. A quarant'anni esatti da quella storica uscita, il cantautore genovese viene celebrato dal Festival De André. Nata a Brescia nel 2019, la rassegna è in corso fino al 5 ottobre in diverse location disseminate per la città lombarda: dall'appena inaugurato Teatro Borsoni al chiostro della Facoltà di Economia, fino a Librixia e alla Cascina Parco Gallo. A BRESCIA IL FESTIVAL DEDICATO A DE ANDRÉ“Siamo convinti”, ha dichiarato il direttore artistico della kermesse Alessandro Adami, “che le canzoni di De André rappresentino anticorpi contro la prevaricazione e le diseguaglianze: riproporle da punti di vista diversi, coinvolgendo attivamente il territorio, significa offrire un contributo per la crescita di una sensibilità comune e per la costruzione di una società più giusta”. Ed è con questo spirito che nascono alcune delle iniziative in cartellone, come l’incontro Libertà l’ho vista, che si svolgerà mercoledì 25 settembre nel carcere di Canton Mombello: i detenuti saranno coinvolti in un laboratorio dedicato al tema del riscatto attraverso l’arte e la cultura. I 40 ANNI DELL'ALBUM CREUZA DE MÄIl Chiostro dell’Università di Brescia, alla Facoltà di Economia, il 28 settembre farà da cornice al talk E questa è la mia storia. Biblioteca vivente. Si tratta di un racconto corale realizzato in collaborazione con le cooperative sociali ADL a Zavidovici, K-Pax e La Rete che narra le storie dei migranti e dei richiedenti asilo. Una problematica, questa, che si intreccia con lo stesso Creuza de Mä, un disco che “affrontando il tema delle migrazioni e dei conflitti nel Mediterraneo conserva una dolorosa attualità”, sottolinea Adami, sul quale si sofferma anche la nuova produzione originale che andrà in scena al Teatro Borsoni il 1º e 2 ottobre. Si tratta di uno spettacolo che intreccia musica, teatro e arti visive. A chiudere a kermesse sarà, il 5 ottobre, la presentazione del libro Fabrizio De André. Ho paura di fare il poeta di Walter Pistarini e Claudio Sassi, negli spazi di Librixia. Portato sugli scaffali da Rizzoli, il volume offre al lettore un viaggio intimo alla scoperta della mente dell'indimenticabile cantautore, osservata attraverso quarant'anni di interviste e lunghe conversazioni raccolte dagli autori.[Immagine in apertura: Foto di John Asare ASARE su Unsplash]
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