La Palma d'Oro del 74esimo Festival di Cannes resta in Francia. A conquistarla, con una pellicola tanto intensa quanto disturbante, è Julia Ducournau, seconda donna nella storia della kermesse a ricevere il premio. Protagonista anche l’Italia con il riconoscimento a Marco Bellocchio.

A ventotto anni dal trionfo di Jane Campion con Lezioni di piano, una cineasta è tornata a vincere la Palma d’Oro a Cannes. La giuria presieduta da Spike Lee ha infatti assegnato il maggior riconoscimento della 74esima edizione della prestigiosa rassegna cinematografica transalpina, quello per il miglior film, a Titane: una favola nera diretta da Julia Ducournau.  Il titolo della pellicola ha un doppio significato: indica il titanio, cioè l’elemento particolarmente resistente di cui si compone la placca saldata al cranio della protagonista, l’enigmatica modella Alexia, e, in seconda battuta, rappresenta una "femminizzazione" del termine francese “titan”.LA PALMA D’ONORE A MARCO BELLOCCHIO Particolarmente emozionante è stato il momento della consegna della Palma d’Onore a Marco Bellocchio, che ha presentato nella sezione Cannes Première il toccante documentario Marx può aspettare. In quest’opera, il regista di Bobbio ricostruisce, insieme ai suoi familiari, la sfortunata parabola esistenziale del fratello gemello Camillo, morto suicida prima di compiere trent’anni, trasformando una vicenda intima in una storia universale.  Come la Palma d’Oro, rimane in Francia anche il riconoscimento per la miglior regia, assegnato a Leos Carax per Annette, un musical costruito sulla musica rock degli Sparks e proiettato in apertura del festival. Il Gran Prix e il Prix du Jury si sono risolti con un doppio ex aequo: il primo è stato attribuito a Ghahreman (A Hero) del pluripremiato regista iraniano Asghar Farhadi e a Hytti N°6 (Compartment N°6) del finlandese Juho Kuosmanen, mentre il secondo è andato a Memoria del cineasta thailandese Apichatpong Weerasethakul, già vincitore della Palma d’Oro nel 2010, a pari merito con Ha’berech (Ahed's Knee) dell’israeliano Navid Lapid. GLI ALTRI PREMI Sul fronte dell’interpretazione, Caleb Landry Jones è stato premiato come miglior attore per il film Nitram, ispirato alla vita dell’autore del massacro di Port Arthur, in Tasmania, mentre Renate Reinsve è stata incoronata miglior attrice per l’interpretazione della riluttante trentenne Julie in Verdens Verste Menneske (The Worst Person in the World) di Joachim Trier.  Il premio per la migliore sceneggiatura ha visto trionfare un film acclamato dalla critica – Drive my car del regista giapponese Ryûsuke Hamaguchi, adattamento cinematografico di un racconto di Haruki Murakami –, mentre la Camera d’Or, il riconoscimento alla migliore opera prima, è andato a Murina di Antoneta Alamat Kusijanovic. La Palma d’Oro per il miglior cortometraggio è stata vinta da Tian Xia Wu Ya (All the Crows in the World) di Tang Yi; nella stessa categoria, il premio speciale della giuria è stato consegnato a Jasmin Tenucci per il suo Céu De Agosto (August Sky).  [Immagine in apertura: Titane, Image Credit Carole Bethuel]
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