Con 13 mostre Savignano sul Rubicone diventa "capitale della fotografia"
FOTOGRAFIA
Torna con ben 13 rassegne il "SI FEST", il festival di fotografia di Savignano sul Rubicone giunto alla sua 33esima edizione. Con il tema “Atlas”, la kermesse approfondisce il tema dell’archivio visuale, ispirandosi a "Mnemosyne", l’atlante di immagini dello storico dell'arte tedesco Aby Warburg.
Come ogni anno, a Savignano sul Rubicone, in provincia di Forlì, prende piede il SI FEST, uno dei più longevi festival di fotografia in Italia, diretto per il terzo anno consecutivo dal fotografo Alex Majoli. Con il titolo Atlas, questa 33esima edizione (visitabile fino al 29 settembre) si ispira a Mnemosyne, l’atlante di immagini concepito dello storico dell’arte e critico tedesco Aby Warburg. Disseminato in varie location per la città – dalle scuole Dante Alighieri e Giulio Cesare, agli spazi del Consorzio di Bonifica, passando per il Monte di Pietà e la Vecchia Pescheria – il ricco programma di mostre, incontri e laboratori approfondisce le varie declinazioni del concetto di archivio, riflettendo anche sul ruolo dell'educazione all'immagine nell'epoca contemporanea.LE MOSTRE DEL FESTIVAL DI FOTOGRAFIA "SI FEST"Negli spazi della scuola primaria Dante Alighieri, dell’istituto comprensivo Giulio Cesare e del Consorzio di Bonifica, si articolano le mostre a cura di Alex Majoli. Tra queste spicca Ray’s a Laugh del grande fotografo inglese Richard Billingham, ma anche la serie Chicago firmata dal duo anglo-sudafricano Adam Broomberg & Oliver Chanarin, che arriva per la prima volta in Italia con una riflessione sul tema della costruzione di un territorio che diventa espressione simbolica della questione palestinese. Si prosegue con lo statunitense Abdulhamid Kircher, che analizza il legame con la figura paterna in Rotting from Within, e ancora il lavoro For So Many Years When I Close My Eyes del cinese Billy H.C. Kwok, che documenta la storia di una madre alla ricerca del figlio scomparso.I PREMI ESPOSITIVI DEL 2023 E I LABORATORI CON LE SCUOLESono tre gli italiani a esporre le proprie ricerche: Francesco Lughezzani è presente con le immagini concesse dall’archivio di San Servolo; Maurizio Montagna partecipa con il progetto Toros: The marking of a territory, dedicato alle silhouette dei tori di Osborne; e infine Russian Interiors, un omaggio ad Andy Rocchelli. Alle mostre principali si affiancano anche le esposizioni nate dai laboratori annuali realizzati con le classi delle scuole: con gli studenti delle medie nasce Testimone oculare: visioni domestiche, e con gli alunni del terzo e quarto anno del Liceo Marie Curie prende vita Io autoritratto. Non mancano infine i progetti espositivi dei vincitori dei premi della scorsa edizione: Tommaso Palmieri con la ricerca sociale sulla scena punk e rap bolognese (BO)yz N The Hood; la fotografa russo-curda Ariya Karatas con Arjen, un progetto sulla ricostruzione della figura paterna; e Massimo Napoli con la serie Omotesando, sulla quotidianità frenetica di una delle zone dello shopping più famose di Tokyo.[Immagine in apertura: Silvia Camporesi, Studio per Ofelia fiori]