Fred Buscaglione re dello swing in un nuovo fumetto
LETTERATURA
Se pensiamo allo swing italiano
degli anni Cinquanta, è impossibile non menzionare il nome di
Ferdinando Buscaglione – il musicista meglio noto come Fred (perché
“fa più America”). L'artista è oggi al centro di un nuovo
fumetto dedicato alla sua breve e scintillante biografia.
Di fumetti dedicati ai grandi della
musica italiana le librerie sono piene. Archiviate le pubblicazioni
in omaggio a Luciano Ligabue, Vasco Rossi e al fenomeno Måneskin, a
essere interpretato in chiave balloon è ora Fred Buscaglione,
leggendario simbolo dello swing nazionale.
Ricordata ancora oggi come una delle
icone del dopoguerra, capace con la sua musica e la sua personalità
istrionica di alleviare le pene di un Paese affranto dal conflitto,
l'artista torinese è protagonista di una nuova biografia illustrata,
dal titolo Swing, barbera e Fred Buscaglione: un libro a colori che
approfondisce le tappe principali dell'ascesa di questo idolo del
jazz nostrano.
CHI ERA FRED BUSCAGLIONE?
Autore dell'impresa è il giovane
fumettista Giacomo Taddeo Traini. A lui il compito di racchiudere
nelle quasi duecento pagine del libro (edito da BeccoGiallo) la vita
e l'esplosione artistica del musicista e cantautore: dalla gavetta
compiuta negli anni precedenti alla guerra al successo arrivato con
brani come Guarda che luna, Eri piccola così e Che
notte (canzoni all'epoca considerate davvero trasgressive). E poi
ancora la passione per le belle donne, le aspirazioni
cinematografiche (nel 1959 esordì in Poveri milionari di Dino
Risi) e la prematura scomparsa (avventura il 3 febbraio 1960 a
Roma a causa di un incidente automobilistico).
LE PAROLE DELL'AUTORE
“Quando si scopre Fred Buscaglione
lo si scopre per le 'criminal songs'. Sono state chiamate così le
tante canzoni dai toni noir di Fred, accompagnate da suoni, fischi,
rumori, tutto in una chiave jazz e swing”, racconta Giacomo
Taddeo Traini, autore unico del volume (nell'immagine in apertura un
dettaglio della copertina).
“All'epoca fu una rivoluzione, una
rivoluzione di cui ancora si sente l'eco anche oggi. Una delle cose
che più mi stupisce, e che secondo me conferma la genialità del
personaggio, è che questo lascito, questa eredità, è stata creata
in una lunga gavetta e diffusa soltanto in due intensissimi anni.
Due anni. Due anni di attività e ancora siamo qui a parlarne, a
sessant'anni e più dalla morte. Una morte improvvisa e scenografica,
che sembra sceneggiata apposta per il protagonista di uno di quei
gangster movie a cui Fred faceva il verso nei suoi pezzi più
celebri. Perché, come dicevo, Fred Buscaglione lo scopri per le
'criminal songs', quelle scritte con Leo Chiosso, le varie 'Che
Notte', 'Teresa non sparare' o 'Il dritto di Chicago'. Ma quando poi
Fred lo studi, lo ascolti, quando guardi oltre il personaggio, allora
ti appassioni davvero e piangi insieme a lui su canzoni struggenti
come 'Una sigaretta', 'Guarda che luna', 'Love in Portofino', 'Al
fondo di un bicchiere' o 'Sotto il cielo dei Bars'”.