Il nuovo fumetto su Gertrude Stein, scrittrice e mecenate rivoluzionaria
LETTERATURA
Gertrude Stein è considerata da molti “l’anello di congiunzione” fra arte e letteratura all'epoca delle avanguardie novecentesche. Eppure non tutti ne conoscono la vita e il ruolo svolto nell'ambito della cultura internazionale. Un nuovo graphic novel cerca di porre rimedio, raccontando questa donna fuori dal comune.
“Perché sono così poche le
persone che la conoscono? Perché la si ricorda solo come anfitriona
e mecenate di celebri artisti e intellettuali e non per i suoi
libri?”, si domanda Valentina Grande nelle pagine conclusive
del suo nuovo fumetto; un omaggio a colori a una delle figure
femminili più influenti (eppure poco conosciute) del secolo scorso:
Gertrude Stein, scrittrice e poetessa statunitense che con la sua
attività diede un impulso notevole allo sviluppo dell'arte moderna.
LA VITA DI GERTRUDE STEIN
"Madrina" di grandi artisti e scrittori,
circondata da pittori e letterati come Pablo Picasso, Henri Matisse,
Ezra Pound ed Ernest Hemingway, è lei la protagonista di Gertrude
Stein e la generazione perduta, il graphic novel in uscita il
prossimo 20 ottobre per Centauria (nell'immagine in apertura un
dettaglio della copertina).
Realizzato in collaborazione con Eva
Rossetti, autrice dei disegni (come già in occasione del volume
sull'arte femminista, anche in quel caso firmato a quattro mani), il
libro ripercorre la vicenda umana e intellettuale della scrittrice
americana – nata ad Allegheny City nel 1874 da una ricca famiglia
ebraica di origine tedesca. Trasferitasi in Europa nel 1903, Gertrude
Stein si stabilì a Parigi dove visse con
l'inseparabile Alice Toklas, scrittrice e compagna fino alla morte
(avvenuta nel 1946). E proprio la componente amorosa, indirettamente,
è richiamata tra le pagine del fumetto in risposta ai dubbi sulla
scarsa notorietà del personaggio.
IL FUMETTO SU GERTRUDE STEIN
Stein fu infatti una collezionista di
opere d’arte, una musa, una scrittrice: Hemingway le sottoponeva i
suoi testi, Picasso amava conversare con lei, Matisse era geloso
della sua amicizia. Mentre tutti loro sono passati alla storia, il
nome di Gertrude è per lo più sconosciuto al grande pubblico,
perché – per parafrasare la filosofa femminista Monique Wittig –
“Gertrude era una lesbica”. Ponendo l'accento sulla
questione di genere, il fumetto getta luce sulle ambizioni e sulla
movimentata vita di questa donna fuori dal comune, riportando
nuovamente a galla ciò che nel tempo è stato dimenticato di lei.