A Bergamo inaugura un nuovo hub culturale con una mostra sulla crisi climatica
ARCHITETTURA
Nasce da una ex fabbrica di gres, grazie al progetto di De8 Architetti, il nuovo polo culturale Gres Art 671, a Bergamo. Lo spazio ha da poco inaugurato con una mostra di NONE Collective, che presenta tre grandi installazioni – immersive, multisensoriali e a energia solare rinnovabile – sul tema del cambiamento climatico.
A Bergamo è nato un nuovo centro per l’arte contemporanea da una ex fabbrica di gres. Si chiama Gres Art 671, ed è frutto di un lungo processo di rigenerazione a opera di De8 Architetti, studio di Bergamo guidato da Mauro Piantelli. Gli spazi industriali – ben 3mila metri quadri – sono stati riconvertiti non solo in un ampio spazio in grado di ospitare mostre, concerti, eventi e laboratori, ma anche in un’area per lo studio e lo smart working (instaurando quindi un dialogo con il lavoro del passato e il lavoro del presente) e una zona per l’incontro, lo svago e il tempo libero. Tutto questo a ingresso gratuito. IL NUOVO HUB CULTURALE GRES ART 671
A inaugurare il nuovo hub culturale sono tre installazioni immersive (alimentate interamente a energia solare) di NONE Collective incentrate sul cambiamento climatico, che compongono la mostra Solarpunk. Visitabile fino al 7 gennaio 2024, il progetto espositivo pone all’osservatore tre domande: innanzitutto, “cosa succederebbe se, non potendo stare all’aperto, dovessimo fare docce solari per questioni di salute?”. La risposta è riposta in Solarium, un’opera che invita i partecipanti a distendersi su dei cuscini e “prendere il sole” sotto 320 tubi luminosi e colorati. LA MOSTRA SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO DI NONE COLLECTIVE
Con la seconda opera, The bright side of the sun, gli artisti si chiedono: “cosa faremmo se non ci fossero i combustibili fossili e il sole fosse l’unica fonte di energia?”. Ben 625 lampade alogene compongono una struttura cubica fatta di specchi che moltiplicano la luce, emanando il calore del sole.
Infine, l’installazione Disastro. Simulatore di deriva risponde alla domanda: “e se i disastri climatici fossero sempre più frequenti?”. E sceglie di dare una risposta positiva, che invita alla speranza: su una pedana vibrante (una sorta di “zattera” che invita all’incontro e alla resilienza), i visitatori si incontrano e condividono una parte di questo viaggio senza senza stelle (“dis-astro”) nella follia del mondo contemporaneo.[Immagine in apertura: NONEcollective, Solarpunk. Foto Michele Nastasi. Opera The bright side of the sun]