Nei musei di Torino debutta l'app che usa l'intelligenza artificiale
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Sviluppata da un team di ricercatori dell'Università di Torino, in collaborazione con il Politecnico, I-Muse impiega l'intelligenza artificiale per migliorare la fruizione dei visitatori nei luoghi d'arte. Come? Personalizzando i percorsi di visita e fornendo specifici approfondimenti per ogni opera esposta.
L'intelligenza artificiale non smette di espandere i propri confini e di abbracciare i più disparati universi: tra questi c'è il mondo dell'arte e, più nello specifico, i luoghi che la custodiscono. Grazie a I-Muse, la nuova applicazione di IA sviluppata dall'Università di Torino in collaborazione con il Politecnico, le visite all'interno dei luoghi d'arte della città potranno cambiare veste, trasformandosi in imperdibili esperienze immersive e personalizzate. I-Muse rappresenta infatti la prima piattaforma di intelligenza artificiale in Italia che punta a rivoluzionare e migliorare la fruizione dei visitatori nelle istituzioni artistiche. Il progetto, ancora in fase sperimentale, coinvolge otto delle realtà museali più importanti del territorio sabaudo: dalla Reggia di Venaria Reale al Museo Egizio, fino a Palazzo Madama, al MAO e al Museo del Cinema.L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE ENTRA NEI MUSEI DI TORINO
Sviluppata da un team di ricercatori torinesi in collaborazione con la società Synesthesia, I-Muse permette agli utenti di amplificare la propria esperienza di visite all'interno delle sale, dando vita a percorsi personalizzati ad hoc per ciascun fruitore. Sfruttando un sistema di intelligenza artificiale, la piattaforma suggerisce, sulla base delle preferenze dei visitatori stessi, specifici approfondimenti sulle opere d'arte esposte e sui capolavori custoditi nei magazzini e negli archivi. Non solo. L'app regala anche suggerimenti di visita in altri musei, costruendo connessioni trasversali e percorsi di visita originali: ad esempio, se si visita il Museo Egizio e ci si sofferma sulla Statua di Tauret del XII secolo a.C., l'app suggerirà di ammirare anche la statua DadAndroginErmete del 1987 di Luigi Ontani. Oltre ad avvicinare all'arte da un punto di vista insolito, l'app permette anche di giocare con le collezioni grazie a una innovativa funzionalità di gaming.MUSEI, CULTURA E APP
La sperimentazione di I-Muse parte quindi da Torino nell'ambito del progetto Una notte al Museo, l'iniziativa che ogni settimana permette al pubblico di vivere i luoghi d'arte in chiave insolita e coinvolgente. Questo particolare software permetterà non solo di personalizzare i percorsi d'arte per ciascun utente, oltrepassando le canoniche separazioni tra i musei inclusi nell'iniziativa, ma anche di acquisire dati sulle preferenze dei visitatori, consentendo così di migliorare gli itinerari, ottimizzare gli ingressi e, in generale, conoscere meglio il pubblico. Referente del Dipartimento di Management dell’Università di Torino, a nome di tutti i ricercatori coinvolti, Nadia Campaniello ha specificato che "l’app I-Muse fa parte di un progetto più ampio, che utilizza un approccio matematico-statistico per studiare il mondo della cultura. L’obiettivo è quello di ampliare in futuro il numero di musei che ne fanno parte, per ampliare l’offerta dei percorsi tra musei diversi".
[Immagine in apertura: Foto di Fabio Fistarol su Unsplash]