PEACE” è l’invito e l’appello lanciato dalla Galleria Nazionale di Roma in risposta al drammatico momento che stiamo vivendo. Una colossale scritta che cattura l’attenzione e anche uno degli imponenti leoni in bronzo di Matteo Rivalta, “ingabbiato” nell’opera.

"Se vuoi la pace prepara la pace, costruisci la pace": anche la Galleria Nazionale di Roma vuole far sentire la propria voce rispetto a quanto sta accadendo in Ucraina, e lo fa mandando un messaggio chiaro e libero da fraintendimenti: ai piedi della monumentale scalinata del museo capitolino compare, enorme, in stampatello maiuscolo, un’installazione site specific che riporta la parola PEACE. IL MESSAGGIO DI PACE DELLA GALLERIA NAZIONALE DI ROMA La comparsa dell’installazione è stata seguita dalla pubblicazione di un videomessaggio in cui la direttrice della Galleria Nazionale di Roma, Cristiana Collu, con una voce fuori campo, mentre l’inquadratura dall’alto è fissa sull’opera, riporta una toccante riflessione sul significato della parola pace, tanto abusata quanto mai, oggi, lontana: “(…) Non basta infatti essere contro la guerra o semplicemente desiderare la pace, che non è una parentesi, anche se a guardare la storia può sembrare così. E la pace non è assenza di guerra: ma è una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia secondo le parole di Spinoza. E noi possiamo fare molto ogni giorno per cambiare i presupposti che fino a oggi hanno scatenato le guerre: non più dunque ‘si vis pacem, para bellum’ – se vuoi la pace prepara la guerra –, che ha da sempre legittimato un sistema di deterrenza o dissuasione, che a sua volta non ha fatto altro che alimentare la paura e la guerra come unico mezzo per arrivare alla pace, negandone tutti i principi. Non è oramai evidente che questo metodo non funziona?”. L’INSTALLAZIONE "PEACE" A ROMA L’opera site specific dai caratteri cubitali rappresenta la quinta configurazione realizzata ad hoc con i pellet bianchi modulari progettati dall’artista Martí Guixé per la Galleria Nazionale. Nel 2020 i pellet erano serviti per scrivere la parola Open e accogliere i visitatori alla prima rassegna organizzata dal museo post lockdown, nel 2021 per creare l’emoji Unlock, poi per il titolo dell’esposizione tutta al femminile I say I e, infine, per tratteggiare l'icona de Le radici devono avere fiducia nei fiori. Ora vuole rispondere in modo categorico all’istanza più urgente e necessaria del periodo storico che stiamo vivendo: PEACE. [Immagine in apertura: Foto Monkeys VideoLab]
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