Per il London Festival of Architecture, il V&A Museum ospita l'installazione "The Lebanese House: saving a home; saving a city". Progettata dall'architetta Annabel Karim Kassar, accende i riflettori sui rischi che il patrimonio architettonico di Beirut sta correndo a due anni dalla devastante esplosione avvenuta nel porto della capitale libanese.

Sono impresse nella memoria collettiva le tragiche immagini della devastante esplosione che il 4 agosto 2020 colpì una vasta area del porto di Beirut, causando la morte di oltre 200 persone. Considerevoli i danni rilevati in una significativa porzione del tessuto urbano della capitale libanese, al fianco della quale si è rapidamente attivata la comunità internazionale. A cominciare dall'UNESCO, che a meno di due settimane del nefasto evento diede il via all'International Action Plan for Culture in Beirut. Molte anche le iniziative promosse da singole realtà culturali, come la lotteria di beneficenza Alwan li Beirut-Colors for Beirut a Venezia e, proprio nella città ferita, la mostra L'Art Blessé. A un mese e mezzo circa dal secondo anniversario dell'accaduto, ad affrontare di nuovo il tema è un'installazione al Victoria and Albert Museum di Londra.LONDRA RICORDA L'ESPLOSIONE A BEIRUT Aperto in concomitanza con l'annuale London Festival of Architecture, che per il 2022 analizza il concetto guida "Act", il progetto The Libanese House: saving a home; saving a city è stato sviluppato dall'architetta franco-libanese Annabel Karim Kassar. Fondatrice del pluripremiato studio AKK Architects, con sedi a Beirut, Dubai e Londra, prende in esame i temi della ricostruzione e della conservazione del patrimonio architettonico, focalizzando l'attenzione su uno specifico edificio residenziale tradizionale di Beirut. Esposta fino al 21 agosto prossimo, periodo in cui si svolgerà una serie di talk a cura della stessa Karim Kassar, l'installazione riproduce a grandezza naturale la facciata di Bayt K, una delle centinaia di strutture architettoniche devastate dall'esplosione. In particolare, in questa ricostruzione la progettista ha deciso di porre enfasi sul triplo porticato, un elemento considerato un "marchio di fabbrica" della tradizione architettonica libanese del 19esimo secolo, qui celebrato insieme ad altre peculiarità delle case di Beirut.IL PROGETTO DI ANNABEL KARIM KASSAR AL V&A MUSEUM È volontà della progettista contribuire a tenere alto l'interesse sui rischi che la città sta attualmente correndo, anche per effetto della crisi economica che affligge il Paese. "Il patrimonio architettonico di Beirut - fenicio, classico, bizantino, ottomano e veneziano - è in grave pericolo", ha dichiarato Annabel Karim Kassar. "Siamo onorati di essere stati invitati dal V&A per richiamare l'attenzione sulla potenziale perdita del nostro patrimonio culturale e architettonico collettivo se si permettesse alla gloriosa architettura di Beirut di deteriorarsi ulteriormente. Crediamo che salvando un edificio si possa salvare una città”, ha aggiunto, chiarendo così il senso del nome dell'installazione. Oltre a mostrare in una sede museale prestigiosa come quella londinese una preziosa porzione di città che potrebbe scomparire per sempre, il progetto di AKK include una piattaforma digitale. Fruibile dai visitatori, è una sorta di archivio degli "elementi chiave" e distintivi della casa libanese: dai soffitti dipinti alle coperture a capriate lignee, dai balconi ai cornicioni, solo per citarne alcuni. Commissionati ai registi Wissam Charaf e Florence Strauss, i tre documentari proiettati parallelamente indagano l'impatto emotivo dell'esplosione, a partire dalle testimonianze dei residenti, ed esaminano i risvolti dell'evento in varie tipologie di spazi pubblici e privati. [Immagine in apertura: The Lebanese House installation at the V&A by Annabel Karim Kassar. Photography by Ed Reeve - Reconstruction of the facade of a traditional Lebanese home]
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