Contro ogni censura e a sostegno della cultura come valore universale da difendere e proteggere, lo street artista Jorit firma un nuovo grande murale sulla facciata di una scuola superiore di Napoli. Protagonista è lo scrittore russo Fëdor Dostoevskij.

Un iconico affresco murale con il volto di Dostoevskij è comparso sulla facciata esterna dell’Istituto tecnico Augusto Righi, nel quartiere Fuorigrotta di Napoli. Si tratta dell’ultima opera firmata dallo street artist partenopeo Jorit in risposta alla cancellazione – poi ritrattata – da parte dell’Università Bicocca di Milano di un corso sullo scrittore russo tenuto dal Prof. Paolo Nori. Il murale fa parte di un progetto più grande, intitolato Right between the eyes: promosso dalla Fondazione Jorit, in collaborazione con la regione Campania, prevede la realizzazione di un’altra opera pro-pace nella città di Salerno. IL MURALE DI JORIT DEDICATO A DOSTOEVSKIJ Come aveva fatto per il murale dedicato a Lucio Dalla, a Sorrento, per quelli di Antonio Gramsci e Nelson Mandela a Firenze, per Pasolini ritratto sulle vele di Scampia e Ilaria Cucchi al Vomero, Jorit resta fedele al suo stile anche con il volto di Dostoevskij. Le guance del celebre romanziere, infatti, sono segnate da due tribali strisce rosse che rimandano a rituali magici e curativi africani e all’identificazione con la #humantribe dell'artista: a comporla sono combattenti in pacifica lotta per la conquista dei diritti umani e per la diffusione della cultura. Inoltre, come in ogni sua opera, il murale è contornato da parole. In questo caso la citazione – tratta da un dialogo tra Frate Ninetto e Frate Ciccillo, rispettivamente interpretati da Ninetto Davoli e da Totò, nella sua ultima pellicola da protagonista – è presa dal film Uccellacci e uccellini, diretto nel 1966 da Pier Paolo Pasolini: "Bisogna cambiarlo, questo mondo, Fra’ Ciccillo! È questo che non avete capito...". CULTURA E PACE SECONDO JORIT Attraverso il suo profilo Facebook, Jorit ha commentato così la scelta di ritrarre il poeta russo: “Da un piccolo, ma grande, istituto di Napoli voglio lanciare un messaggio perché la cultura non sia mero nozionismo settoriale né piatta dialettica. Solo con la cultura si capiscono le cause delle guerre e si costruisce la PACE: la cultura è valore universale, per cui Dostoevskij è patrimonio dell’umanità”. La parola cultura deriva, infatti, dal latino ​colĕre che vuol dire “coltivare”. È un termine che porta dentro di sé il senso di “tirare fuori” e “far crescere” e prevede sempre uno scavare, uno sforzo, la fatica di prendersi cura. Cultura, dunque, è lontana dal significato limitato di erudizione. E con la parola pace ha in comune il lavoro quotidiano che entrambe richiedono, lontano da slogan e proclami.
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