Pensato come una “lanterna” che si illumina dall’interno, il primo edificio progettato dallo studio OMA a Detroit è stato recentemente inaugurato. Si tratta di un nuovo hub culturale, realizzato a partire dalla ristrutturazione di due edifici industriali in disuso.

A Detroit apre un nuovo hub culturale dedicato alle arti: si chiama Lantern, ed è la prima opera progettata in città dallo studio di architettura Office for Metropolitan Architecture (OMA), fondato dall'architetto Pritzker Prize Rem Koolhaas; l'intervento è stato guidato dall'architetto partner Jason Long. A promuovere il progetto – che ha previsto il riutilizzo di due strutture abbandonate, un tempo utilizzate come panificio e magazzino industriale – è stata la galleria Library Street Collective. Come spiegano i fondatori Anthony e JJ Curis, Lantern è stato concepito come “uno spazio che non solo supporta imprese locali ma promuove anche l'inclusione, l’istruzione e la possibilità di avvicinarsi al mondo della arti”.IL NUOVO HUB CULTURALE DI OMA A DETROITNel complesso architettonico, che si estende per oltre 2mila metri quadrati, si sono insediati due organizzazioni non-profit locali attive nel campo dell'arte: Signal-Return e PASC (Progressive Arts Studio Collective). Lo spazio si articola attorno a un ampio cortile, pubblico e aperto alla comunità, e include studi per gli artisti, gallerie espositive e spazi dedicati alla vendita al dettaglio creativa. "Siamo entusiasti di vedere 'Lantern' prendere vita. Nella ristrutturazione", spiega l'architetto Jason Long, "abbiamo cercato di lavorare con e contro la solidità dell'ex panificio per rendere la sua trasformazione allo stesso tempo familiare e misteriosa. Il risultato è un edificio che accoglie ed emette luce e creatività”.UNA “LANTERNA” PER LE ARTI CHE SI ILLUMINA DI NOTTEL'edificio nord conserva la tradizionale struttura in mattoni rossi, "rivoluzionata" però dall’apertura di porte e finestre che erano state precedentemente murate. La solidità dell’edificio sud, completamente in cemento, è stata erosa attraverso 1353 fori impressi nella muratura, e il successivo inserimento di altrettanti blocchi di vetro. In questo modo, sebbene l’identità della struttura sia perfettamente preservata, il volume risulta più leggero e luminoso (da qui il nome “lanterna”, poiché al calar del sole filtra la luce interna), mentre l’ingresso della luce naturale all’interno genera una forma di dialogo con lo spazio esterno.[Immagine in apertura: OMA, Lantern. Photography by Jason Keen]
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