Fino al 5 novembre prossimo alle Terme di Caracalla di Roma sarà allestita la mostra “Letizia Battaglia. Senza Fine”, dedicata a una delle più grandi fotoreporter a livello internazionale. Una serie di 92 scatti ripercorre cinquant'anni di carriera dell'artista palermitana impegnata da sempre nella lotta contro la mafia.

Fotoreporter di grande sensibilità, testimone delle pagine più sanguinose della nostra storia e impegnata, per tutta la sua carriera, nella lotta contro la mafia, Letizia Battaglia è protagonista di una nuova mostra allestita nella suggestiva cornice delle Terme di Caracalla, a Roma. Intitolata Letizia Battaglia. Senza Fine e visitabile fino al 5 novembre prossimo, l'esposizione riassume cinquant'anni di attività della fotografa palermitana attraverso una selezione di 92 scatti di grande formato, tra immagini iconiche e opere inedite. Il percorso espositivo, oltre a illustrare la produzione di una delle più grandi fotoreporter a livello internazionale, inaugura anche l'ampliamento del percorso di visita all'area archeologica romana che, per l'occasione, aprirà per la prima volta due nuovi ambienti. LE FOTO DI LETIZIA BATTAGLIA IN MOSTRA A ROMA Le immagini esposte alle Terme di Caracalla raccontano i principali aspetti del linguaggio della fotografa che, con empatia e rispetto, entrò nei vicoli e nei rioni siciliani per documentare la realtà sociale dell'epoca, tra ricchezza, povertà e indifferenza; i bambini furono fra i soggetti prediletti dell'artista. L'esposizione mette in luce anche le opere realizzate fuori dalla sua terra, la Sicilia, per comprendere più profondamente il suo pensiero. La mostra raccoglie i reportage di Battaglia contro la mafia e gli scatti dedicati ai pazienti dell'ospedale psichiatrico: tra i lavori spicca soprattutto Graziella del 1983 che apre l'esposizione. Ripercorrendo cinque decadi della carriera dell'artista, la mostra offre un prezioso resoconto dell'opera e del linguaggio di Battaglia, approdando fino ai progetti ultimati prima della morte nel 2022 dedicati al nudo femminile, come Olimpia a Mondello. LETIZIA BATTAGLIA E LA FOTOGRAFIA Nata a Palermo nel 1935, Letizia Battaglia si avvicina alla fotografia da autodidatta e in pochi anni sviluppa una sorprendente naturalezza e uno stile personale. Collaborando con il quotidiano palermitano L'Ora, l'artista realizza una serie di indimenticabili reportage dedicati ai delitti di mafia tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, sfruttando il medium fotografico come un potente strumento di denuncia sociale. Dopo le stragi di Falcone e Borsellino nel 1992 e l'uccisione di Padre Pino Puglisi a Brancaccio, Battaglia decise di non documentare più i fatti mafiosi, dedicandosi alla realizzazione di fotoreporter su altri temi. All'attività di fotografa unì quella di attivista, editrice, regista, ambientalista e politica. Inserita dal New York Times tra le undici donne del pianeta più rappresentative del 2017, l'artista siciliana fu anche la prima donna a ricevere nel 1985 il W. Eugene Smith Grant, il prestigioso premio newyorkese per la fotografia sociale, e nel 1999 a San Francisco il Mother Jones Photography Lifetime Achievement Award per la fotografia documentaristica. [Immagine in apertura: Letizia Battaglia. Graziella. Via Pindemonte. Ospedale Psichiatrico. Palermo, 1983]
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