Immagini e parole si alternano nel nuovo libro di Gianni Berengo Gardin: un'autobiografia che ripercorre la lunga e straordinaria parabola umana del fotografo. Un volume edito da Contrasto, pubblicato a poche settimane dal 90esimo compleanno dell'artista.

“Se si è veramente fotografi si scatta sempre, anche senza rullino, anche senza macchina”. È solo una delle tante, lucidissime citazioni che compongono In Parole povere. Un’autobiografia con immagini, il nuovo racconto sulla vita e sulle opere di uno dei protagonisti della fotografia italiana dell'ultimo secolo. Stiamo parlando di Gianni Berengo Gardin, voce nobile del reportage, conosciuto in tutto il mondo per essere riuscito a documentare – grazie a uno straordinario archivio di istantanee – i passaggi cruciali della storia moderna, dal dopoguerra al presente.LA VITA E LA FOTOGRAFIA DI BERENGO GARDINA poche settimane dal suo novantesimo compleanno, l'artista ha deciso di ripercorrere la sua carriera e la sua avventura umana – grazia alla collaborazione della figlia Susanna, che ne ha trascritto le parole. Pubblicato da Contrasto, e suddiviso in dodici capitoli, il volume inizia con i ricordi dell'autore relativi all'infanzia, dalla nascita a Santa Margherita Ligure all'insegnamento scolastico, dal rapporto con la famiglia al trasferimento a Roma nel pieno del fascismo.E poi ancora la Seconda Guerra Mondiale, la prigionia del padre, i primi esperimenti fotografici a Venezia e gli incontri con i grandi intellettuali del suo tempo – da Jean-Paul Sartre a Willy Ronis. Una costellazione di eventi, volti che riemergono dal passato e traguardi professionali, ripercorsi con passione attraverso le parole dello stesso protagonista.L'INTRODUZIONE DI FERDINANDO SCIANNAA rendere la lettura ancora più speciale, infine, una selezione di quasi ottanta immagini, l'amichevole introduzione di Ferdinando Scianna e la conversazione sulle fotografie fatte (e quelle ancora da fare) tra Gianni Berengo Gardin e Roberto Koch.[Immagine in apertura: Gianni Berengo Gardin, Venezia, 2015 © Marco D’Anna]
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