"Dipinti con le forbici”, così Henri Matisse definiva i suoi collage: opere a cui il grande pittore si dedicò nell'ultimo periodo della sua attività. Un nuovo libro si sofferma su questi lavori, raccontandone la genesi e la valenza poetica e formale.

Quando a metà degli anni Quaranta del secolo scorso Henri Matisse fu costretto ad abbandonare il cavalletto a causa di una grave malattia, il pittore francese “padre” della corrente dei Fauves non si diede per spacciato. Malgrado la necessità di restare sdraiato in seguito al progressivo indebolimento fisico, l'indomito artista continuò a portare avanti la propria ricerca. Nascono da questa condizione di estremo disagio e sofferenza i “gouaches découpées”, i coloratissimi collage con figure stilizzate figli dell'ultimo periodo di attività del maestro. Si tratta di opere di assoluta vitalità, realizzate tagliando e incollando grandi pezzi di carta colorata a guazzo: uccelli, piante, fiori e forme femminili popolano questi lavori dalle dimensioni spesso poderose, carichi di entusiasmo e gioia di vivere. E proprio quest'ultimo aspetto fa di queste opere delle sorprendenti testimonianze della personalità dell'artista, capace di rivalersi sul proprio destino al punto da dichiarare: “Solo ciò che ho creato dopo la malattia rappresenta ciò che sono veramente: libero”. I COLLAGE DI HENRI MATISSE A raccontare quest'ultima fase della produzione di Matisse è ora un nuovo volume, o meglio: una nuova e accattivante edizione di uno dei libri più iconici della casa editrice Taschen. Si tratta di Matisse. Cut-outs, la pubblicazione curata da Xavier-Gilles Néret e Gilles Néret, interamente rivolta alla rigogliosa serie di collage realizzati dal pittore nel decennio prima della sua morte (avvenuta nel 1954). Sfogliando le oltre quattrocento pagine del libro, la gioia di vivere e la brillante sintesi tra linea e colore tipiche di ognuna di queste opere, emergono con forza. Prova ne sono lavori come La caduta di Icaro, Nudo blu, La lumaca, collage coloratissimi nei quali forme nitide e strutture elementari trovano la loro dimensione in composizioni pervase da una contagiosa gioia di vivere. Figure umane stilizzate, animali e riferimenti alla natura caratterizzano queste “carte ritagliate” dimostrando come, nonostante la vicinanza alla fine della propria vita, Matisse riuscì a trarre felicità dagli aspetti più banali del quotidiano e da un approccio alla creazione apparentemente semplice ed essenziale. IL NUOVO LIBRO DI TASCHEN Ripercorrendo la nascita di questi lavori, e analizzandone (grazie ai testi di Louis Aragon, dello stesso pittore e del critico Georges Duthuit) la perfetta sintesi formale, il libro sottolinea il valore estetico e poetico delle opere, aprendo una finestra sul capitolo finale della lunga e prodigiosa carriera di Matisse. A corredo delle immagini, anche una serie di rare fotografie scattate da Henri Cartier-Bresson e dal regista W. Murnau. [Immagine in apertura: courtesy Taschen]
PUBBLICITÀ