La casa editrice Jaca Book porta in libreria un nuovo volume: una raccolta di immagini scattate tra California, Arizona e Texas dalla fotografa Daria Addabbo. Un'indagine visiva sulle cause (e soprattutto sugli effetti) dell'assenza d'acqua nei territori del West americano.

“La crisi climatica in atto negli Stati Uniti e nel mondo è tutto sommato facile da fotografare, i fenomeni sono vistosi e spettacolari. Un'alluvione, un allagamento, un uragano o la desertificazione di un'area ampia hanno una loro evidenza, ma quell'evidenza appartiene alla cronaca. La parte difficile è un'altra: documentare i suoi effetti sulla mente e sull'anima degli esseri umani, la loro relazione con gli ecosistemi compromessi. Daria Addabbo è riuscita a portare su una dimensione emotiva l'esperienza americana della crisi climatica, il fatto di sperimentare nell'arco di una vita cambiamenti che appartengono alle ere geologiche”. Non potrebbe scegliere parole più calzanti Ferdinando Cotugno, autore della premessa di Acque d'America, il libro di fotografia che documenta con immagini (e parole) la violenta antropizzazione dei territori interni dell'ovest americano, il loro sviluppo urbano senza freni e la conseguente trasformazione di fiumi e valli in deserti d'asfalto. VIAGGIO NEL PROFONDO WEST Edito da Jaca Book, il volume riunisce più di ottanta foto di grande impatto: sono paesaggi desolati, colossali edifici di cemento costruiti su un manto di terra secca, enormi dighe artificiali. E poi, dall'altro lato, campi da golf e ville californiane con piscine extralusso. Le foto scattate da Daria Addabbo (già autrice del volume dedicato alle “stagioni” di Francesco Guccini) giocano proprio su questa ambigua dicotomia, indagando i paradossi di un territorio, gli Stati Uniti, dove agiatezza e noncuranza si incontrano spesso senza soluzioni di continuità. LE PAROLE DI ALESSANDRO PORTELLI Scattate principalmente in California, Arizona, Nevada, Oklahoma, New Mexico e Texas, le foto comunicano attesa, smarrimento, confusione e cecità. A rendere ancora più esplicito il messaggio del libro sono le parole di Alessandro Portelli: un ragionamento sull'acqua suddiviso in quattro capitoli, che mescola livelli simbolici, culturali, politici ed economici.  Nelle sue riflessioni l'acqua scorre “senza sforzo, libera da impedimenti”. E invece... E invece l'acqua, in questi territori, è imbrigliata in acquedotti, sbarramenti e dighe, espressione piena del dominio dell'economia sulla natura. Una narrazione, in tempo reale, di un declino che spaventa e che coinvolge tutti. [Immagine in apertura: courtesy Daria Addabbo]
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