David Bowie tra musica e spiritualità
MUSICA
Parlare di David Bowie è sempre complicato, perché si corre il rischio di scrivere qualcosa di già detto o di prevedibile, restituendo solo in parte il senso di una personalità affascinante, complicata e sfaccettata come poche. Riesce nell'impresa Dalila Ascoli, autrice di una nuova biografia dell'artista. Tra storia e leggenda.
Chi è stato David Bowie? “Di
sicuro un artista in cerca di pace, di morte, di trasmutazione, di
rinnovamento. Un artista mai pago di sé, ma che ha sempre anelato
ad andare oltre se stesso, fino a raggiungere una dimensione
sovrumana”. Con queste parole Dalila Ascoli presenta il
protagonista del suo ultimo saggio, dal titolo David Bowie. Il
divino alchimista: una nuova biografia dedicata al genio del
rock, elaborata a partire da una chiave di lettura assai particolare.
Edito da Arcana, il libro
(nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) prende
infatti le mosse dalla tradizione aneddotica che sin dall’antichità
accompagna le vite di personaggi straordinari. Stiamo parlando della
cosiddetta “leggenda dell'artista”, una sorta di “identikit”
che mira a identificare quei caratteri peculiari (quasi “genetici”)
che da sempre definiscono la figura dell'artista.
IL MITO DELL'ARTISTA
A partire da Plinio il Vecchio e
Giorgio Vasari, per arrivare all'età rinascimentale e alle biografie
del Settecento, moltissimi biografi e storiografi occidentali hanno fatto ricorso a una serie di topoi
narrativi, identificati nelle vite di molti musicisti, pittori e
autori del passato. L’estrazione sociale di umile origine, la
formazione autodidatta, l’incontro con maestri straordinari e
l'attrazione per l'occulto sono solo alcuni di questi fattori, che
Dalila Ascoli rintraccia anche nella figura del cantautore
britannico, proponendolo qui come una sorta di “enfant prodige”
baciato dalla sorte.
DAVID BOWIE TRA STORIA E LEGGENDA
A catturare l'attenzione dell'autrice,
invitandola a dedicare ampi approfondimenti al tema, è la ricerca
della spiritualità in Bowie. “La necessità di dare un senso
alle cose è sempre stata una costante nel suo lavoro; un'indagine
soggetta a continua evoluzione, oscillando tra buddismo, ateismo,
gnosticismo e cristianesimo. La sua non è una religiosità in
senso tradizionale, ma un rapporto con Dio non privo di angosce e
dubbi sulle questioni fondamentali della vita e della morte”,
scrive Ascoli, che all'interno del volume conduce una lunga
riflessione mirata a evidenziare la fascinazione di Bowie per
l'aldilà e per l'occulto.
MORTE E RESURREZIONE IN BOWIE
Un aspetto, quest'ultimo, strettamente
connesso a una ulteriore chiave di lettura della biografia
dell'artista, ovvero l'inclinazione per l'autodistruzione creativa.
“Bowie gioca ironicamente a essere il killer di se stesso”,
afferma l'autrice. “Attraverso l’archetipo del dio che muore e
rinasce, ci svela il mistero legato alla finzione letteraria dei suoi
alter ego – Major Tom, Ziggy, Halloween Jack, Aladdin Sane, il Duca
Bianco. La formula della creazione-morte-rinascita è il codice
segreto che esemplifica la sua essenza creativa, la matrice di tutte
le sue incarnazioni”. Una storia di morte e resurrezione
racchiusa splendidamente nell'ultimo album Blackstar, dove
Bowie incarna enigmatiche figure come Botton Eyes o la maschera
biblica di Lazzaro.