42 maestri del design e della cultura in un libro
LETTERATURA
Enrico Baleri ci conduce nelle vite di oltre quaranta protagonisti del design e della cultura del Novecento. Un compendio per conoscere aneddoti e storie private di uomini e donne che hanno lasciato un segno negli ambiti della progettazione, della letteratura e del teatro. Da Bruno Munari a Dario Fo.
Cosa lascia al mondo una persona quando ci
abbandona? Cosa lascia inoltre alla storia, e agli esseri umani che la
vivono, un maestro della cultura nel momento
in cui muore? Insegnamenti, certo. Aneddoti che saranno raccolti e diffusi da discepoli, studiosi e amanti del sapere, affinché le
parole di colui che si è spento possano continuare a vivere oltre i limiti del tempo.
Con questo spirito Enrico Baleri –
progettista tra i più influenti della sua generazione – da qualche
anno ha scelto gli strumenti social per raccontare al pubblico le
grandi figure del design e della cultura che ci hanno lasciato: figure illustri realmente
conosciute in vita dall'autore, tramandate “ai posteri” attraverso brevi e
puntuali "distillati" dei loro insegnamenti.
I RITRATTI DI ENRICO
BALERI
Seguitissime su Facebook, queste storie prendono oggi forma
in un nuovo libro: una serie di aneddoti personali dedicati ai
protagonisti scomparsi della nostra cultura recente. Edito da 24 ORE
Cultura, il volume – dal titolo Lassù tra gli dei
(nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) – presenta
oltre quaranta schede. Ognuna di esse comprende un ritratto in bianco
dell'autore di riferimento, accompagnato da un breve testo di Baleri:
un racconto scritto con stile chiaro, spesso ironico, e sempre
modulato sul personaggio che si vuole raccontare.
Così è per il fotografo Gabriele
Basilico, per Gillo Dorfles, Carlo Scarpa, Nanda Vigo e Dario Fo:
figure chiave dell'arte italiana e non solo, osservate dal punto di
vista privilegiato di Baleri. “Tutta la mia ormai lunga vita è
stata caratterizzata da scontri e incontri”,
racconta nelle pagine introduttive al volume. “Incontri
finiti spesso con rapporti di affetto profondo, intenso, eterno, di
quell'amicizia speciale che lega due persone per sempre, senza
possibilità di screzio o di fratture. Ma anche scontri terminati con
duelli, duelli metaforici molto violenti, che hanno spesso portato
alla chiusura definitiva tra me e l'altro”.
DA ZAHA HADID A DARIO FO
“Ho conosciuto tanti personaggi
incredibili”, prosegue l'autore. “Ho incontrato spesso
Nureev da Elaine's, il mio ristorante di New York dove cenevamo
spesso; lì ho anche trovato Woody Allen con le sue compagne Mia
Farrow e Diane Keaton, Andy Warhol e tutta la Factory, da Basquiat
a Keith Haring. (...) Al Teatro alla Scala ho invece ascoltato
Bernstein, amico caro di amici cari. Ho avuto il piacere di
avvicinarmi con riverenza profonda a Umberto Eco così come a Zaha
Hadid”. Ognuno di loro compare tra le pagine del libro come
“nume” al quale rivolgersi. Maestri del passato da prendere per
mano nel cammino verso il futuro.