La vita e le canzoni di Fabrizio De André
LETTERATURA
Con le sue ballate malinconiche Fabrizio De André ha stravolto i canoni della canzone italiana. Una nuova edizione della sua autobiografia “Una goccia di splendore” racconta il grande cantautore con parole e immagini inedite. Un libro curato dall'amico e fotografo Guido Harari.
“Fabrizio tace da più di
vent'anni, lasciandoci senza guida, senza padre, senza fratello,
senza amico, senza 'medico dello spirito'. Eppure, non solo nel corso
della lunga preparazione di questo libro, ma anche in tutti gli
eventi a lui dedicati dopo la sua scomparsa (…) Fabrizio è ancora
ovunque, ogni volta che si torna a parlare di umanità di scarto, di
declino civile, di caduta verticale dell'etica in una società
assuefatta all'ipertrofia delle sue disuguaglianze. In questa
società, le sue parole al pari dei versi delle sue canzoni, pesano
ancora, anche se raccontano ideali e valori sempre più calpestati,
sempre meno condivisi”.
A scrivere tutto ciò è Guido
Harari, il grande fotografo del rock e amico dell'intramontabile
cantautore genovese. A lui il merito di aver curato la nuova edizione di Una goccia di splendore, il libro dedicato alla
vita del musicista.
UN'AUTOBIOGRAFIA PER IMMAGINI E PAROLE
A quindici anni dalla sua prima
pubblicazione, il volume (fuori catalogo da diverso tempo) è tornato
recentemente sugli scaffali grazie a una nuova edizione targata
Rizzoli. Così come nella sua prima versione, il libro è una sorta
di autobiografia che conduce i lettori nella vita, negli ideali
sociali e nella produzione del cantautore e poeta – maestro indiscusso della
canzone d'autore italiana. Nocchiero di questo viaggio è lo stesso
De André, che nelle oltre quattrocento pagine si
lascia andare a molteplici e profonde riflessioni sul suo passato.
Come una sorta di zibaldone ricco di
ricordi, immagini d'archivio, appunti privati, interviste e documenti
in buona parte inediti, il volume dona forma e sostanza alla poetica,
al genio, ma anche alle contraddizioni dell'artista genovese. Una
lunghissima confessione, messa a segno da un uomo che
ripercorre a ritroso la propria esperienza sulla Terra.
LE RIFLESSIONI DI FABRIZIO DE ANDRÉ
“Cosa avrebbe potuto fare alla
fine degli anni Cinquanta un giovane nottambulo, incazzato,
mediamente colto, sensibile alle vistose infamie di classe,
innamorato dei topi e dei piccioni, forte bevitore, vagheggiatore di
ogni miglioramento sociale, amico delle bagasce, cantore feroce di
qualunque cordata politica, sposo inaffidabile, musicomane e
assatanato di qualsiasi pezzo di carta stampata?”, si chiede
Fabrizio De André in uno dei passaggi del libro (nell'immagine in
apertura un dettaglio della copertina). “Se fosse sopravvissuto
e gliene si fosse data l’occasione, costui, molto probabilmente,
sarebbe diventato un cantautore. Così infatti è stato”.