Fotografia e illustrazione si incontrano nelle pagine di un nuovo libro dedicato agli scatti più celebri della storia. Si intitola “Le foto che hanno segnato un’epoca”, ed è un'antologia dedicata alle storie e ai protagonisti delle istantanee più iconiche di sempre.

Sono passati sessant'anni da quando il monaco buddista vietnamita Thích Quảng Đức scelse di manifestare contro la politica oppressiva del presidente del Vietnam del Sud, Ngô Đình Diệm, dandosi fuoco in una piazza di Saigon. Ma quali furono le ragioni che portarono a quel terribile atto di protesta, tra i più violenti ed emblematici di sempre? E chi è il fotografo di quel celebre scatto, vincitore del World Press Photo of the Year nel 1963 e del Premio Pulitzer nel 1964? A rispondere a queste domande è ora una nuova pubblicazione: un volume a metà strada tra saggio di fotografia e libro illustrato. Si intitola Le foto che hanno segnato un’epoca, e racconta – con disegni e parole – le storie e i protagonisti delle immagini simbolo della storia dell'umanità. IL LIBRO SULLE FOTO PIÙ ICONICHE DELLA STORIA Pubblicato di recente da BeccoGiallo, il libro (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) è frutto di un'idea di Roberto Vitale, già a capo della (seguitissima) pagina Le foto che hanno segnato un’epoca.  Ispirandosi al suo blog, e trasportando su carta il format già sperimentato online, l'autore si sofferma su decine e decine di fotografie note a tutti noi, ricostruendone la genesi con approfondimenti concisi ed esaustivi. Ognuno dei brevi racconti è inoltre affiancato dalla foto originale e accompagnato da una illustrazione di Ernesto Anderle – anche autore della copertina. LE FOTO PIÙ MEMORABILI DI SEMPRE Così è per l'ormai iconica “ragazza afgana” resa celebre da Steve McCurry nel 1984 e per Ruby Bridges, la bambina afroamericana che nel 1960 varcò la soglia della William Frantz Elementary School, frequentata all'epoca solo da bianchi (storica l'immagine di Norman Rockwell, nella quale la giovane studentessa esce coraggiosamente dalla scuola). E poi ancora il bambino di Nagasaki (“una storia immortalata nel 1945 dalla macchina fotografica di Joe O'Donnell, giornalista e fotografo americano che lavorava per la United States Information Agency e si trovava in Giappone per documentare gli effetti delle due bombe atomiche”), il corpo senza vita di Federico Aldrovandi e la foto di un sorridente Christopher McCandless (il viaggiatore statunitense diventato noto, insieme al suo Magic Bus, grazie al film biografico di Sean Penn).
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