Si rivolge ai lettori tra i dieci e i quattordici anni il libro “Io dico no al razzismo”, il volume di Viviana Mazza e Kibra Sebhat in libreria per Mondadori. Dieci capitoli dedicati ad altrettante parole chiave, per combattere i pregiudizi.

“Il razzismo non è una cosa lontana o astratta: è nelle nostre vite, nelle parole di disprezzo, negli sguardi di superiorità, nelle violenze di cui leggiamo sui social ma anche in quelle che troppe volte tolleriamo intorno a noi come se fossero normali. Con questo libro desideriamo ribaltare i luoghi comuni che vogliono farci credere che quella contro il razzismo non sia una sfida da vincere anche per noi italiani”.  Scelgono queste parole Viviana Mazza e Kibra Sebhat per guidare il lettore alla scoperta del loro ultimo libro: un compendio per ragazze e ragazzi che approfondisce i temi della disuguaglianza e della discriminazione. COMBATTERE IL RAZZISMO In libreria per Mondadori a partire da oggi, 26 ottobre, il volume – dal titolo Io dico no al razzismo (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) – prende spunto da una serie di domande: che cosa significa godere di un privilegio, quello di avere la pelle bianca, del quale non si è nemmeno consapevoli? Che cosa comporta per una persona lasciare tutto – il proprio Paese, i propri cari – per cercare di costruirsi altrove una vita migliore? Che cosa deve affrontare, in Italia, un giovane di origine straniera che vuole ottenere la cittadinanza? I dieci capitoli che scaturiscono dalle riflessioni intorno a tali quesiti conducono i lettori a tu per tu con i pregiudizi che stanno alla base del razzismo: pensieri negativi e spesso subdoli che avvelenano la nostra società, e dei quali è bene liberarsi al più presto. CONTRO I PREGIUDIZI “Non si può abolire il razzismo senza che chi lo ha creato sia disposto a rinnegarlo”, aggiungono le due autrici. “Serve un'alleanza, per raggiungere insieme questo obiettivo. Chi si trova in una posizione privilegiata deve contribuire al cambiamento per renderlo possibile. Questo potrebbe significare anche rinunciare ad alcuni privilegi di cui godiamo per il semplice fatto di essere bianchi: siamo pronti a pagare un prezzo per ottenere l’uguaglianza?”. Una domanda rivolta sì ai giovani lettori, ma anche agli adulti che hanno il difficile compito di accompagnarli per mano nel mondo.
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