Occhi puntati sul graphic design giapponese
LETTERATURA
La casa editrice Skira porta in libreria un nuovo volume dedicato ai migliori risultati del graphic design giapponese. Autore del compendio è Gian Carlo Calza, che ha selezionato quasi 800 immagini (dal Seicento a oggi) e oltre 80 autori tra i più importanti del passato e del presente.
“I manifesti sono una via
dell’arte con cui la società giapponese si esprime da alcuni
secoli con intensità e maestria più di ogni altra nel nostro
mondo moderno e contemporaneo. Oltre che per la loro bellezza è
anche per questo motivo storico e sociale che presi a occuparmene
oltre quarant’anni fa, e da allora non ho mai smesso di studiarli e
di dialogare con i loro autori”. A pronunciare queste parole è
Gian Carlo Calza, autore di un nuovo, sontuoso, volume interamente
dedicato al graphic design del Paese del Sol Levante.
NON SOLO HOKUSAI
Si intitola L'arte del manifesto
giapponese e ha fatto recentemente il suo debutto sugli scaffali, pubblicato dalla casa editrice Skira. Se capitate in libreria non
sarà difficile notarlo: la copertina su fondo nero è un tripudio di
eleganza ed equilibrio compositivo, qualità che forse più di tutte definiscono i traguardi raggiunti dai grafici nipponici nella loro
disciplina.
Già, perché i successi della stampa
giapponese sono ben noti anche ai non addetti ai lavori (basti
pensare alle celebri xilografie e ai dipinti di personaggi che tutti
oggi riconoscono come grandi dell’arte: Utamaro, Hokusai,
Hiroshige, Kyōsai). Ma cosa c'era prima di questi maestri tanto cari
ai pittori europei di fine Ottocento, e cosa seguì alla rivoluzione
stilistica da loro avviata? Quali autori rappresentano oggi il
graphic design giapponese, e quali sono le nuove tendenze
sull'argomento? Infine, qual è la posizione stessa del manifesto in
Giappone, Paese nel quale l'avanzatissimo sviluppo tecnologico e
informatico rischia di compromettere la posizione privilegiata di
questa forma di comunicazione?
IL GRAPHIC DESIGN GIAPPONESE OGGI
Ricco di oltre 750 immagini di poster e schede dedicate a più di ottanta grafici nipponici, il libro di
Gian Carlo Calza (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) vuole offrire risposte a queste domande, colmando
al meglio una lacuna sulla storia del graphic design giapponese:
quella relativa ai primi due decenni del nuovo millennio, troppo
spesso accantonati in favore della ben più ingombrante tradizione
passata.
Tentando di accendere i riflettori sui
risultati più importanti degli ultimi anni, il volume si sofferma sì
sui grandi maestri del passato, ma anche (e soprattutto) sugli autori
contemporanei. Un viaggio di grande fascino che parte dalla “nascita”
della grafica giapponese nel Seicento e arriva alle Olimpiadi di
Tokyo 2020, restituendo una visione ampia (e mai prima d'ora così
completa) delle tendenze, dei cambiamenti estetici e della storia del
design grafico nel Paese asiatico.