Il caposaldo dell'Azionismo viennese, Hermann Nitsch, al centro di un nuovo saggio. Un approfondimento puntuale e rigoroso che tenta di esplorare l'opera e il pensiero dell'artista, tra i più controversi del nostro tempo.

“Le mie azioni penetrano nell’Essere vitale, vogliono farsi Essere là dove regna il Nulla. Io cerco l’Essere vitale, che si colloca profondamente nella tragicità, lì dove distruzione e costruzione si compenetrano. Cerco l’intensità, cerco la vita”. Con queste parole Hermann Nitsch riassumeva l'essenza della sua ricerca espressiva. Una ricerca al limite, diventata negli anni nota anche ai non “addetti ai lavori” per via del carattere fortemente spettacolare delle sue performance. Eppure di “spettacolo” non è esatto parlare. Nato a Vienna nel 1938, e morto all’età di 83 anni lo scorso 19 aprile, Nitsch si era distinto per le sue performance estreme e sanguinose. In esse il corpo diventa il mezzo di liberazione dalle imposizioni della società borghese. Mito, estetica, metafore religiose e arcaismo convivono in ognuna di queste azioni, trasformando la performance in un atto sì estremamente teatrale nella sua forma, ma radicato in una filosofia e in uno spiritualismo intenso e senza compromessi. L'ARTE DI HERMANN NITSCH A pochi mesi dalla scomparsa di questa grande figura, la casa editrice SilvanaEditoriale porta in libreria Hermann Nitsch. Un approccio all'arte totale, un saggio tanto breve quanto intenso che riassume l'opera e il pensiero di uno degli artisti tra i più controversi della seconda metà del Novecento. Scritto da Lóránd Hegyi, e suddiviso in capitoli, il volume (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) si sofferma in particolare sulle prime Schüttbilder (opere create gettando colore e sangue sulla tela) e sul celebre Orgien Mysterien Theater (Teatro delle Orge e dei Misteri), la serie di rituali destinati alla liberazione catartica da tabù religiosi, morali e sessuali. Caratterizzate da tratti brutali e volutamente provocatori, queste azioni hanno contribuito nel tempo a fare di Nitsch un riferimento assoluto dell'Azionismo viennese – corrente sviluppatasi in Austria, giunta al suo apice tra gli anni Sessanta e Settanta e contraddistinta dall'uso estremo del corpo come elemento espressivo. LA MOSTRA DI NITSCH A VENEZIA Scorrendo le pagine del volume, la figura di Hermann Nitsch (protagonista di un museo a lui dedicato a Napoli) si erge iconica e potente agli occhi del lettore, consentendo di comprendere a fondo il pensiero di un artista tra i più controversi del nostro tempo. Un approfondimento rigoroso e dettagliato, utile ancor di più se nelle prossime settimane vi troverete a Venezia: è qui, presso Oficine 800, sull'isola della Giudecca, in concomitanza con la Biennale Arte, che continua (fino al 20 luglio) la mostra 20. Malaktion, ovvero la ventesima azione pittorica originariamente creata e presentata da Nitsch alla Wiener Secession nel 1987.
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