Da una parte una delle icone della fotografia mondiale: Letizia Battaglia. Dall'altra il giornalista e scrittore Goffredo Fofi. Nel mezzo le parole, quelle di una lunga e intensa chiacchierata sui temi del presente e del passato. Il nuovo libro edito da Contrasto è un omaggio alla carriera e all'attività artistica della grande autrice palermitana, nota per i suoi scatti dedicati alle stragi di mafia negli anni di piombo.

“Con la fotografia sono finalmente riuscita a essere una persona: non ero più una moglie, non ero un’amante, non ero bella, non ero giovane, ma ero una persona che faceva testimonianza di qualcosa. Con molta convinzione”. A dichiararlo è Letizia Battaglia, voce di riferimento della fotografia internazionale e modello per tanti appassionati dell'obiettivo. Prima donna europea a ricevere nel 1985 (ex aequo con l'americana Donna Ferrato) il Premio Eugene Smith a New York, la fotografa siciliana – famosa per i suoi scatti di cronaca e per i suoi sguardi poetici e carnali sull’universo femminile – è da pochi giorni al centro di una nuova pubblicazione: un libro interamente dedicato alla sua ricerca e alla sua visione del mondo. CONOSCERE LETIZIA BATTAGLIA Edito da Contrasto, Volare alto volare basso riporta su carta il lungo e rivelatorio dialogo tra l'artista e attivista nata a Palermo nel 1935 e il giornalista Goffredo Fofi. Non si tratta, tuttavia, di una semplice intervista. Quella tra lo scrittore e la fotografa ha piuttosto le sembianze di un'intensa e provocatoria dialettica di confronto sui temi più disparati: una chiacchierata tra amici, insomma, che senza peli sulla lingua tirano le somme di ciò che è stato, oscillando tra passato e presente con disillusione e spesso con amarezza. OLTRE LA FOTOGRAFIA Filo conduttore dell'intero volume è, ovviamente, la fotografia – intesa (e come potrebbe essere diversamente, avendo a che fare con una figura come Letizia Battaglia?) nella sua accezione più politica e civile. Tra le righe affiorano inevitabilmente le esperienze dell'autrice nella Palermo degli anni Settanta e Ottanta: i quartieri popolari, le strade, le morti causate dalla mafia e le mille contraddizioni di quel contesto tornano alla memoria. Ma non solo: nel libro si parla anche di arte, letteratura, cinema, viaggi. Si ragiona sulla politica, odierna e passata. Si riflette sulla cruda realtà quotidiana, ma anche sulle ambizioni spirituali. Il tutto attraverso un'analisi disincantata che non nasconde scetticismo e debolezze. [Immagine in apertura: Funerali del sindaco democristiano Vito Lipari, ucciso dalla mafia, Castelvetrano, Trapani, 1980 © Letizia Battaglia]
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