La vita e le canzoni del grande Lucio Battisti
LETTERATURA
Una “biografia psicologica” di Lucio Battisti. Si presenta così il libro di Amalia Mancini dedicato alla produzione dell'indimenticabile cantautore. Un omaggio a un artista che influì profondamente sulla storia della musica leggera nel nostro Paese.
Tutta la carriera di Lucio Battisti è
contesa tra estremi. Cantore delle emozioni, ma anche autore di
capolavori ermetici come pochi; amato dai suoi ascoltatori, e allo
stesso modo incompreso da molti; cantante dalla voce caratteristica,
eppure oggetto di critiche spesso impietose da parte dei suoi
colleghi. In altre parole, quello di Lucio Battisti è un nome che
suscita ancora oggi sentimenti contrastanti, come forse è normale che sia
quando si parla di artisti veri.
Ad analizzare nel dettaglio i mille
volti del cantautore (nato in provincia di Rieti nel 1943) è ora
Amalia Mancini, autrice di un compendio unico nella sterminata
bibliografia dedicata al musicista. Si intitola Emozioni private ed è una “biografia psicologica”, realizzata dando voce a coloro
che davvero in vita conobbero l'artista, osservandone da vicino
l'essenza più intima e i tratti umani meno noti al grande pubblico.
I MILLE VOLTI DI LUCIO BATTISTI
Pubblicato da Arcana nel 2019, e ora
disponibile in una nuova versione ampliata, il libro (nell'immagine
in apertura un dettaglio della copertina) è diviso in due parti.
Nella prima l'autrice si sofferma sui temi principali che hanno
ispirato la produzione di Lucio Battisti: i sentimenti dell’amore e
della malinconia, la libertà e l’ecologia, l’alienazione
moderna e la solitudine, le citazioni esoteriche e la spiritualità.
A occupare la seconda sezione del
volume sono invece le canzoni, le stesse che negli anni Settanta e
Ottanta consentirono all'artista di affermarsi come idolo popolare –
al punto da essere paragonato da molti a Bob Dylan, non tanto per i
contenuti politici quanto per il modo in cui le sue parole riuscirono
a segnare un'intera generazione.
LA COLLABORAZIONE CON MOGOL
Tracce quali Il mio canto libero,
I giardini di marzo, La canzone del sole – ma anche
le più sperimentali Abbracciala, abbracciali, abbracciati e
Anima Latina – sono analizzate nelle pagine del libro come
indizi di una personalità eclettica e sfuggente. A dare man forte a questa tesi sono le parole
e i giudizi di colleghi e figure amiche dell'artista. Uno su tutti?
Mogol, che in una lunga chiacchierata con Amalia Mancini svela molti
segreti della sua fertile collaborazione con Lucio.