Mentre le Gallerie d’Italia di Napoli celebrano Mario Schifano con la grande retrospettiva in corso fino al 29 ottobre, un nuovo volume edito da Skira ripercorre la produzione dell'artista romano: stella “radiante e cupa” dell'arte internazionale.

Eccentrico, poliedrico, pioniere di un nuovo modo di fare e di vivere l'arte. È difficile trovare una definizione adatta a racchiudere la personalità di Mario Schifano, e probabilmente la migliore sintesi del suo essere la tratteggiò lui stesso nel 1991: “Forse per me l'infanzia non è mai finita, neppure ora che sono piuttosto avanti con gli anni. (…) Per infanzia io intendo la possibilità di continuare a osservare il mondo con uno sguardo... magico”. A fare chiarezza sulla vicenda artistica del pittore romano, icona della Pop Art nazionale, è ora un nuovo compendio critico interamente dedicato alle sue creazioni. Si intitola Il nuovo immaginario 1960-1990, e racconta e cataloga, in maniera sistematica e rigorosa, l'affascinante produzione di questa figura emblematica dell'arte del secondo Novecento italiano. LE OPERE DI MARIO SCHIFANO TRA IL 1960 E IL 1990 Pubblicato da Skira in occasione della mostra allestita alle Gallerie d’Italia di Napoli (in corso fino al 29 ottobre 2023), il libro abbraccia circa sessanta lavori svolti tra i due decenni in questione: un arco di tempo all'interno del quale Schifano produsse dipinti e opere grafiche in maniera incessante, assorbendo stimoli e input dal mondo esterno, reinterpretandoli sulla superficie piana con un approccio poetico, riflessivo, gestuale. A testimonianza delle evoluzioni stilistiche e concettuali dell'artista, la monografia – curata da Luca Massimo Barbero e realizzata in collaborazione con l’Archivio Mario Schifano – presenta sia i primissimi monocromi degli esordi che i celebri frammenti di insegne e icone della società di massa, fino ai lavori creati nell'ultima fase della sua vita in risposta alla “contaminazione” tecnologica del mondo. LE PAROLE DEL CURATORE “Schifano rappresenta da subito, nel panorama artistico romano prima e immediatamente anche nelle cronache mondane, negli ambienti più internazionali, l'immagine dell'artista di subitaneo successo. Un artista la cui verve pittorica, la novità dell'immaginario sorgivo e potente, la sua stessa facies e fascino sono emblematici dell'originalità esclusiva e identificativa del suo lavoro”, scrive Barbero nelle prime pagine del volume. “Il 'laboratorio' Schifano, la grande forza sempre inesausta, nella vita e nell'opera, per certi versi ne fanno una sorta di personaggio mitologico, dalle irrequiete vicende personali e culturali cui si dovrebbe il rispetto di un termine quale 'epico' più di quello abusato di maudit. Per altri il 'personaggio Schifano' identificato con la vitalità, la dannazione e l'irrequietezza della sua vita/pittura confluisce e si confonde con la diretta straordinarietà biografica e l'inventiva, ancora in parte da approfondire, della cronologica del suo lavoro. Insomma, Schifano su l'unica 'superstar dell'arte', esplosa nel panorama effervescente dell'Italia di quegli anni Sessanta appena sbocciati, e la sua stella, radiante e cupa, raggiunse da subito le orbite dell'internazionalità”. [Immagine in apertura: © Archivio Mario Schifano]
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