Arlecchino, Pulcinella, Pantalone. Sono solo alcune delle “maschere” protagoniste della Commedia dell'Arte. Un nuovo volume critico ne indaga il valore iconografico e sociale, esplorando in maniera puntuale e ragionata cinque secoli di storia.

“Nel suo periodo blu Pablo Picasso dipinse dei malinconici Arlecchini, dei Pierrot sognanti, dei personaggi circensi ai quali affidò le paure e i drammi interiori di uomo e di artista. Nelle colorate movenze delle sue maschere non c’è la gioia del carnevale, delle feste mascherate, dei giocosi duetti galanti del palcoscenico, ma qualcosa di più profondo, qualcosa che ci introduce in un meraviglioso quanto enigmatico mondo”.  In queste parole introduttive al volume c'è tutta l'essenza di Maschere, la nuova pubblicazione di Nomos Edizioni dedicata alle immagini e ai personaggi affini alla storia della Commedia dell'Arte. Una storia complessa, sfaccettata, e osservabile secondo una duplice valenza: teatrale e culturale. LE FIGURE DELLA COMMEDIA DELL'ARTE Autrici del catalogo sono Patrizia Albé e Patrizia Foglia. Sondando con ammirevole dedizione gli aspetti passati e i risvolti presenti di questo tema, il mito della maschera viene indagato attraverso una ricca selezione di opere grafiche, poster, incisioni d'epoca e illustrazioni realizzati tra il Seicento – con qualche incursione nella produzione del secondo Cinquecento – e il Novecento. In questa perlustrazione, immagini d'archivio e approfondimenti critici e storiografici si compensano, intessendo una narrazione dove la maschera viene descritta come elemento vitale, componente imprescindibile della società passata e moderna. Zanni, Arlecchino, Pulcinella, Pantalone, Corallina e molti altri “tipi” in maschera fanno capolino dalle pagine del volume, introducendo il lettore in una dimensione nella quale i confini tra “essere” e “apparire” si fanno sottili. Fino a confondersi. IL CULTO DELLA MASCHERA “Le maschere sono divenute l’emblema di un modo di fare teatro e di viverlo, soprattutto nel periodo originario che vide il sorgere della Commedia dell’Arte sulle basi di un teatro all’improvviso fatto da artisti di strada, ciarlatani e commedianti nelle tante fiere popolari”, continuano le autrici nelle prime pagine del libro.  “Si sono poi trasformate in 'tipologie standardizzate', spesso legate, come nell’esperienza delle compagnie italiane in Francia, a singole figure di attori dei quali hanno 'assorbito' l’identità. Ma la maschera della Commedia ha via via ispirato l’ironia di caricaturisti, illustratori, pubblicitari: fuori dal contesto teatrale, che per antonomasia resta quello a loro più congeniale, le maschere della Commedia dell’Arte – in particolare Arlecchino, su tutte la più longeva e conosciuta – si ritrovano infatti in ambiti artistici e sociali molto diversi”. Un volume di raro spessore teorico, per conoscere in maniera approfondita il fascino esercitato dalla maschera sulla società nel corso degli ultimi cinque secoli. [Immagine in apertura: Émile-Edmond Ollivier, Costumes de la Comédie Italienne – Costume aus der italienischen Comœdie. Tavola da Alexis-François Artaud de Montor, L’Univers. Histoire e description de tous les peuples. Italie, par M. le Chevalier Artaud, Paris, Firmin Didot Frères Editeurs, 1835. Acquaforte acquerellata a mano. BAS.]
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