Tutti i legami tra architettura e letteratura in un nuovo libro
LETTERATURA
L'architetto e autore Matteo Pericoli torna in libreria con un nuovo volume edito da il Saggiatore: un libro-museo nel quale scoprire i legami inediti tra storie e architettura.
“Quello che avete davanti non è
un libro come gli altri. È un edificio, composto di ingressi, piani,
stanze, cortili e uscite. È una mappa per muoversi al suo interno. È
un museo, tra le cui sale viene mostrato un nuovo approccio alla
costruzione delle storie”. Si presenta così il nuovo libro di
Matteo Pericoli, l'architetto e disegnatore già noto per i suoi
“panorami” newyorkesi.
Dopo aver rivolto la sua attenzione al
potenziale narrativo delle finestre, indagate all'interno di una
serie di volumi sapientemente costruiti sull'intreccio di immagini e
parole, l'autore ribadisce oggi il suo approccio personalissimo e
visionario alle tematiche dell'architettura, accendendo i riflettori
sulle relazioni tra il mondo della progettazione e quello della
letteratura.
IL NUOVO LIBRO DI MATTEO PERICOLI
Portato sugli scaffali dalla casa
editrice il Saggiatore, Il grande museo vivente dell'immaginazione
(nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) prende le
mosse da un'intuizione brillante: “Ho
spesso sentito usare espressioni quali l''architettura di un
romanzo', le 'fondamenta di una storia', o un testo che 'non sta in
piedi'”, dice l'autore nelle
prime pagine del volume. “Ho sempre pensato che queste
metafore architettoniche, usate così liberamente, fossero
stranamente appropriate per descrivere o analizzare dei testi
letterari”.
A partire da queste premesse, il libro
si sviluppa come un'analisi piacevolissima e tutt'altro che
accademica sulle “forme” fisiche evocate da storie e romanzi
iconici della letteratura: dal Barone rampante di calviniana
memoria a Gli anni dell'ultimo premio Nobel Annie Ernaux.
Ognuno di essi è qui osservato da Pericoli come se si trattasse di
un vero e proprio edificio con specifiche proprietà architettoniche:
luoghi da vivere, da attraversare, o addirittura in cui fermarsi ad
abitare un po'. In fondo, che cos'è la lettura di un libro se non
un'esplorazione di territori ignoti e fino a quel momento
sconosciuti?
LA STRUTTURA DEL LIBRO-MUSEO
Per conquistare il lettore e invitarlo a compiere questa affascinante escursione, l'escamotage narrativo
utilizzato da Pericoli è proprio quello di trasformare il libro, il
suo, in un museo composto da stanze e luoghi, ognuno dei quali
dedicato a un tema.
Si passa dal piano terra (“dove ci
si incontra e si lasciano nel guardaroba eventuali borse o bagagli
ingombranti per un'esperienza di visita più leggera”) al primo
piano (dove si guarda all'architettura come se fosse una storia, a
partire dall’osservazione di forme e strutture del passato come
capanne e case in pietra). È infine al secondo piano di questo museo
immaginario che Pericoli fornisce al lettore un insieme di esempi
letterari concreti.
I MAESTRI DELLA LETTERATURA
È qui, nella parte più alta
dell'edifico, che l'autore ci conduce tra le opere di Italo Calvino e Joseph Conrad, Beppe Fenoglio e William Faulkner, Elena Ferrante e
Jun’ichirō Tanizaki per analizzarle come se fossero anch’esse
edifici dotati di soffitto e scantinato, fondamenta e finestre, tetti
e rampe di scale: Le notti bianche di Dostoevskij, dopotutto,
non potrebbe essere un grattacielo inclinato? E L’amica geniale non sembra evocare due palazzi che si sostengono e respingono a vicenda?
Nato sulla base dei molteplici
laboratori di architettura letteraria condotti da Pericoli in scuole
di scrittura e università, Il grande museo vivente
dell'immaginazione è una profonda e seducente riflessione sul
ruolo “partecipativo” dei lettori, sulle possibilità di abitare
la scrittura e, dunque, sulle infinite possibilità della nostra
immaginazione.
LE PAROLE DELL'AUTORE
"Non è un caso che Borges disse: 'Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto, io sono orgoglioso di quelle che ho letto'. Come la continua esperienza dello spazio che ci circonda, la lettura di testi letterari non è un atto passivo, tutt’altro: il suo potenziale creativo è molto maggiore rispetto a quello della scrittura", racconta Matteo Pericoli. "Se dovessimo disegnare una ipotetica linea del potenziale creativo, la lettura verrebbe certamente prima della scrittura. A ogni età o livello di istruzione, leggere significa creare nella nostra mente delle vere e proprie architetture dei testi che stiamo esplorando. Visualizzare queste strutture, renderle tangibili e fruibili con un plastico architettonico ci permette di attingere da quel gigantesco calderone di conoscenza a cui altrimenti non avremmo accesso".