Fotografa tra le più coraggiose e determinate di sempre, Letizia Battaglia è al centro di un nuovo libro che ne ripercorre la carriera. Insieme alle immagini più iconiche scattate dall'artista, anche una serie di interventi di donne che hanno conosciuto e amato l'autrice siciliana.

“Aggiungere alle foto dei morti le foto dei vivi, dei giovani, dei bambini, delle donne era un modo per inventarmi un’altra realtà, per spostare il famoso ‘punctum’ dal morto ammazzato. Una donna nuda è la vita, è una madre, è la terra. Faccio questo: costruisco una realtà, aggiungo a una foto di morte una di vita. Un progetto riuscito? Non riuscito? Io ci ho provato”. A pronunciare queste parole è Letizia Battaglia, fotoreporter di straordinario talento e figura di spicco nella lotta contro la mafia. Già protagonista di un'ampia retrospettiva allestita nella suggestiva cornice delle Terme di Caracalla di Roma, l'artista siciliana è al centro di una nuova pubblicazione: un libro che espande i confini di quella stessa esposizione, approfondendo aspetti e tematiche riconducibili alla carriera di questa maestra dell'obiettivo. IL LIBRO SU LETIZIA BATTAGLIA Curato da Paolo Falcone e Sabrina Pisu, e pubblicato da Electa, il volume – dal titolo Senza Fine – è un racconto “a più voci” sulla ricerca di Letizia Battaglia. Ad accompagnare il lettore nella fruizione dell'opera sono infatti sette donne, scrittrici e autrici, che hanno conosciuto o meno, amato, incontrato realmente oppure no, la grande fotografa, condividendo la poetica e gli intenti sociali dietro la sua produzione. Decine e decine di immagini (più numerose rispetto a quelle esposte a Roma) sono dunque intervallate tra le pagine del libro dai commenti di figure come Chiara Barzini, Dacia Maraini, Marta Sollima e Anastassija Sofia Tortorici. Le loro parole si soffermano sulle mille declinazioni di Letizia Battaglia, mettendo a segno un ritratto polifonico sulla fotografa scomparsa nel 2022. [Immagine in apertura: Letizia Battaglia. Graziella. Via Pindemonte. Ospedale Psichiatrico. Palermo, 1983]
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