In un’epoca di contestazioni, anche le istituzioni culturali sono oggetto di feroci critiche. Nel suo nuovo volume, Laura Raicovich si interroga sulla funzione dei musei e sulle loro contraddizioni. Una lucida analisi delle disfunzionalità dell’arcipelago culturale contemporaneo.

“Per quanto ami i musei e abbia dedicato a loro la mia carriera, essi sono innegabilmente luoghi di egemonia culturale e specchio dei mali della società, dai crescenti divari di ricchezza, e altre eredità coloniali, all’esclusione di comunità storicamente emarginate”. Non usa mezzi termini Laura Raicovich, storica d'arte, saggista a curatrice nota per le sue posizioni radicali nei confronti dell'establishment museale. All’indomani dalle sue dimissioni dal Queens Museum di New York per divergenze di vedute con il board sul senso dell’istituzione, l'autrice porta in libreria un nuovo volume dal titolo Lo sciopero della cultura. Un saggio, pubblicato da Nomos Edizioni, che prende in esame il ruolo dei musei oggi, raccontandone punti di forza e contraddizioni, ma soprattutto invitando a ripensarne la funzione all'interno della società. ARTE E MUSEI NELL'EPOCA DELLA PROTESTA Vero è che, in un'epoca nella quale fioccano contestazioni in ogni angolo del globo, sintomo del malessere civile nei confronti di un potere estraneo ai bisogni della collettività, anche i musei sono finiti al centro del ciclone. Nel mirino delle critiche ci sono le fonti di finanziamento da cui spesso le grandi istituzioni dipendono, così come le scelte politiche nascoste dietro specifiche nomine di membri dei consigli di amministrazione. Le contestazioni (che nel corso degli ultimi anni hanno toccato istituzioni di tutto il mondo, dal Metropolitan Museum di New York al Guggenheim di Abu Dhabi all’Akron Art Museum) sono inoltre rivolte a specifiche mostre e opere d'arte ritenute illecite, soprattutto se legate al tema del colonialismo – argomento di stringente attualità per tantissimi musei.  Insomma, il mondo dell'arte non è estraneo a quell'ambigua costellazione che collega finanza, politica, informazione e società, e questo volume prova a dimostrarlo fornendo chiavi di lettura e consigli per cambiare rotta. “I musei e gli spazi culturali fanno parte di quel sistema che i movimenti di protesta vorrebbero smantellare”, continua Raicovich. “Sono convinta che decostruire e ricostruire ex-novo i musei non solo possa renderli migliori per un pubblico più ampio possibile, ma anche mappare modi per trasformare la società nel suo complesso”. IL NUOVO LIBRO DI LAURA RAICOVICH Scritto in modo diretto e accessibile anche ai non addetti ai lavori, il libro è curato nella sua versione italiana da Anna Chiara Cimoli, e inaugura la nuova collana di Nomos Edizioni Museologia Presente. E sono proprio le parole della curatrice a descrivere l'intento di questa prima pubblicazione: “Mi sembra di particolare buon auspicio che 'Museologia Presente' si apra con questo volume assertivo ma aperto, attuale ma dotato di profondità storica, animato da passione civile ma non dogmatico. Mi auguro che il dibattito che ne nascerà possa contribuire ad allargare il dialogo sulla cultura come agente sociale, sulla formazione allo sguardo attivo come componente fondamentale di cittadinanza, sulle infinite intersezioni fra le biografie e i racconti che ne possono nascere”. [Immagine in apertura: National Gallery, London. Photo by Anas Miah on Unsplash]
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