Il libro che racconta la tormentata amicizia tra Van Gogh e Gauguin
LETTERATURA
Johan & Levi Editore porta sugli
scaffali un nuovo volume, dedicato al rapporto di amicizia tra
Vincent van Gogh e Paul Gauguin. Scritto dallo storico John Rewald,
il saggio ripercorre le tensioni tra questi due maestri così simili
eppure diversi.
Nove settimane di passione, creatività,
litigi e follia. Non è la trama di un nuovo film sentimentale, ma
quanto successe nel breve periodo di convivenza tra Vincent van Gogh
e Paul Gauguin. Trasferitosi da Parigi nella piccola città di Arles
nel 1888, il “pittore dei girasoli” trovò nel suo nuovo studio
in Provenza un luogo di grande ispirazione. L'obiettivo era rendere
lo spazio un ambiente nel quale personalità artistiche diverse
potessero convergere, per lavorare insieme e contribuire al rinnovamento dei linguaggi artistici del tempo. È allora che
subentra la figura di Gauguin.
L'INCONTRO TRA VAN GOGH E GAUGUIN
Durante i quasi due mesi passati sotto
lo stesso tetto, i due artisti sperimentarono stili e temi pittorici,
influenzandosi a vicenda malgrado le differenze poetiche e gli
opposti approcci alla tela. Eppure, nonostante i giovamenti
professionali, presto la relazione deteriorò, lasciando spazio a
costanti battibecchi, violenza e tensioni. “I nostri litigi sono
terribilmente elettrici… qualche volta ne usciamo con le teste
esauste come batterie elettriche”, scrisse l'artista di Zundert
al fratello Theo in una delle sue celebri lettere. A raccontare la difficile esperienza
tra i due – relazione tra le più iconiche e romanzate della storia
dell'arte – è ora un nuovo volume: Gli anni di Van Gogh e
Gauguin. Una storia del Postimpressionismo, il nuovo saggio
scritto da John Rewald e dato alle stampe da Johan & Levi
Editore.
UN RAPPORTO DI AMICIZIA E TORMENTI
Partendo da un'analisi sul contesto
artistico della Parigi di fine Ottocento, e soffermandosi sulla
ricerca da parte di Gauguin e Van Gogh di uno stile indipendente e
distaccato dalla corrente naturalista, il libro sposta i riflettori
sul piano personale e biografico, consentendo al lettore di
ripercorrere in presa diretta l’intensa parabola esistenziale, gli
scontri, i tormenti e gli ideali di questi due maestri così simili eppure diversi. Facendo leva su lettere, testimonianze
e recensioni d’epoca, la narrazione si conclude nel 1893, con il
ritorno di Gauguin dal suo primo viaggio a Tahiti. Parigi è la
stessa città effervescente che aveva accolto l'amico olandese sette
anni prima, e l'artista si rituffa in quell’atmosfera vibrante
andando incontro alle nuove sfide che il futuro gli riserva. È
l’alba di un’epoca che annuncia senza indulgenza l’arte del XX
secolo.
[Immagine in apertura: Paul Gauguin,
Fatata te miti (In riva al mare), 1892. Olio su tela, 67,9 ×
91,5 cm. The National Gallery of Art, Washington, Chester Dale
Collection. Courtesy National Gallery of Art Washington]