Espressioni ironiche e personali, pensieri profondi, versi di poesie. Le scritte sui muri sono parte delle nostre città e raccontano i sentimenti del presente in maniera più calzante di quanto si possa immaginare. Un nuovo volume si sofferma sulle parole “clandestine” nascoste per le strade di Torino.

“Torino sui muri è un artefatto fotografico di piccolo formato che narra attraverso le immagini il carattere urbano di Torino e di chi la abita”. Si presenta così il nuovo libro di Morsi Editore: un breve compendio fotografico che racconta i muri del capoluogo sabaudo, ma soprattutto la moltitudine di messaggi – poetici e dissacranti – disseminati sulle superfici di case e palazzi. I MURI “PARLANTI” DI TORINO Curato da Giulia Pavani, e realizzato in collaborazione con l'omonima pagina Instagram, Torino sui muri presenta ottanta immagini fotografiche, ognuna delle quali dedicata a uno specifico muro della città. Pensieri profondi e frasi ironiche e graffianti si alternano fra le pagine del volume, regalando al lettore uno sguardo inedito e una mappa inconsueta per conoscere la località piemontese. Molto spesso catalogate come “atti vandalici”, queste scritte – frasi, parole, brevi componimenti e citazioni – sono in realtà espressioni “clandestine” di una narrazione popolare, nascosta e diffusa. Essendo la città non un semplice agglomerato di palazzi e strade, ma la somma degli individui che la abitano e la vivono quotidianamente, quello che troviamo scritto su di essa deve essere considerato parte del luogo e della sua storia, e in quanto tale preservato. LE PAROLE DI DARIO PRUONTO A raccontare le origini del progetto, e il valore estetico e poetico di questi messaggi metropolitani, è Dario Pruonto, che nella prefazione al volume scrive: “Se si approccia alla città con il giusto sguardo si può rimanere affascinati dai tanti piccoli ritagli di tessuto urbano indecisi, spazi non colonizzati dalle logiche della comunicazione istituzionale o pubblicitaria, che accolgono i messaggi e le firme di anonimi passanti. Margini smisurati e variopinti nei quali si incrociano parole, contingenze e il territorio marcato dall’uomo. Urgenze. Scritte sui muri. Scritte a volte fatte in lingue incomprensibili, altre volte invasive o provenienti da uno spazio-tempo differente; illegali, silenziose, graffianti, clandestine, ma sempre voci squillanti della città. Spesso mi capita di incontrare frasi talmente amatoriali e genuine da stimolare una riflessione sulla loro potenza evocativa e sui modi di produrre poesia; altre volte invece sono solo dissacranti, forzatamente banali, inconcludenti e superflue (…). Ripartire da queste scritte diventa un modo di esistere fissando il tempo e lo spazio in una meticolosa mappatura diversa da quella prettamente geografica. Un dialogo con il tessuto urbano che apre una possibilità di lettura del mondo urgente, assurda, immaginaria e reale, ma soprattutto alternativa all’ordine esistente”. [Immagine in apertura: © 2023 Morsi Editore]
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