Cosa rappresentò il festival di Woodstock per la musica e per la società degli anni Settanta? Un libro si interroga sul valore artistico e sociale del celebre evento a distanza di 54 anni.

Era il 15 agosto del 1969 quando, nella piccola città di Bethel – realtà periferica nello stato di New York – si riunirono circa 500mila spettatori, dando vita a uno degli eventi musicali più importanti di sempre. Promotori del concerto furono Michael Lang, John P. Roberts, Joel Rosenman e Artie Kornfeld, che diedero forma alle loro ambizioni mettendo a segno una scaletta unica per quei tempi. The Who, Santana, The Band, i Grateful Dead, Jimi Hendrix, Stills&Nash, sono solo alcuni dei nomi illustri che presero parte alla Fiera della Musica e delle Arti di Woodstock. Con i loro suoni distorti e i loro messaggi di protesta, gli artisti contribuirono alla risonanza internazionale dell'evento, e più in generale alla consacrazione della cultura hippy e dei suoi motti pacifisti. IL LIBRO SU WOODSTOCK A raccontare la celebre manifestazione a cinquantaquattro anni di distanza è ora un nuovo libro edito da Arcana: un saggio scritto a “a sei mani” da Andrea Pintelli, Athos Enrile e Angelo De Negri, dedicato ai tre giorni più celebri della storia della musica. Si intitola Woodstock. Ricordi, aneddoti, sentimenti diffusi, ed è un salto nel tempo per analizzare e far comprendere, soprattutto alle generazioni più recenti, cosa sia stato quel leggendario festival e cosa abbia lasciato nelle nostre esistenze, nella nostra cultura, nella nostra visione del mondo. RICORDI E RIFLESSIONI SU WOODSTOCK Ad accompagnare i tre curatori della pubblicazioni nel loro racconto storiografico, sono i ricordi e le considerazioni di chi quell'evento lo visse davvero in prima persona: Lucio Salvini (a quei tempi responsabile del settore estero della Ricordi), Eddie Kramer (ingegnere del suono a Woodstock), Simonluca (studente di fine anni Sessanta e successivamente cantautore di successo), ma anche tanti che Woodstock lo hanno studiato, sognato, desiderato: Gianni De Berardinis, Paolo Siani, Luciano Boero, Oliviero Lacagnina, Gianni Leone, Bernardo Lanzetti, Vittorio Nocenzi, Andrea Mingardi. Si tratta di musicisti, giornalisti, semplici appassionati, tutti accomunati da sentimenti personali che riportano a un’età ormai lontana ma, al contempo, permettono di commentare la storia con lucidità e distacco.
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