Esce in libreria una nuova edizione di “Pura anarchia”, la raccolta di racconti del mitico regista Woody Allen che stupisce il lettore con scenari sempre più assurdi e surreali. Tra riviste new age, "beauty farm" del karma negativo, avatar di "Second Life" e molto altro, Allen ci insegna con ironia ad accettare il caos della vita moderna.

Inetti, cialtroni, disadattati, ingenui e impacciati, ma soprattutto esseri umani: per quanto stravaganti e improbabili, i personaggi di Woody Allen sono sempre familiari, come fossero vecchi amici un po’ stralunati. Con lo stile pungente, brillante e sopra le righe che da sempre caratterizza le sue pellicole, la genialità del regista (ormai quasi novantenne) si riversa da tempo anche nel campo della letteratura: ed è a questa categoria che appartiene Pura anarchia, raccolta di racconti pubblicata per la prima volta nel 2007 e attualmente presentata in una nuova edizione da La Nave di Teseo.IL NUOVO LIBRO DI WOODY ALLEN Sono ben 18 le storie che riempiono le 176 pagine del volume, tratte per lo più da fatti di cronaca e notizie insolite trovate da Allen sui giornali. Dallo spunto iniziale, nascono racconti surreali e fantasy, che – seppur con tinte accentuate e ironiche – fanno riflettere sulle contraddizioni e i paradossi della vita reale e della società americana contemporanea: la vita, ci spiega il regista-scrittore, è pura anarchia.  È così che dal caos emergono le fulminee ed effervescenti vicende della tata che se ne va di casa per inseguire il milionario incontrato ai giardini mentre faceva la baby-sitter; o l’aneddoto del tartufo bianco battuto all'asta di Sotheby's per la bellezza di 110mila dollari; ma anche la disavventura di un guardiano notturno che riceve pacchi di pubblicità postale, tra cui l'invito di una rivista a iscriversi a una setta new age. E poi le peripezie di un attore da quattro soldi che, arrivato in India, viene scambiato per una star di Hollywood e rapito per sbaglio; e moltissime altre vicissitudini sospese tra l’assurdo e il quotidiano. [Immagine in apertura: Woody Allen. Courtesy Sergio Vanello]
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