È un volume prezioso quello che 24 ORE Cultura ha portato in libreria: a emergere dalle sue pagine è infatti la storia di Zanele Muholi, artista visiva che ha fatto dell'attivismo il suo linguaggio e della fotografia il mezzo per esprimerlo. 

"Zanele osa. Con queste immagini volge il suo sguardo su se stessa, mostra al mondo il suo orgoglioso sé, il suo senso profondo di sé vivente, chiedendo rispetto e dando rispetto. Guardi nella sua anima e vedi, avverti la sua ferma fiducia in sé stessa e nella propria causa. Percepisci il potere che ha, il coraggio che ha e dà agli altri, sollevandoli, condividendo le possibilità con rara e amorevole generosità". Queste parole di Fariba Derakhshani sintetizzano solo alcune delle profonde riflessioni da parte di autrici e poetesse che accompagnano gli scatti di Zanele Muholi riuniti nella monografia data alle stampe da 24 ORE Cultura e intitolata Zanele Muholi. Somnyama Ngonyama ‒ Ave, Leonessa nera. In una sapiente alternanza di pagine lucide e opache, a dipanarsi è la vicenda di Zanele Muholi, che ha individuato nell'autoritratto il mezzo per veicolare la sua ricerca, come artista ed essere umano. Una ricerca che affonda le radici nell'attivismo e trae origine da uno sguardo lucido, puntato sulle istanze più complesse e urgenti del tempo presente. LA FOTOGRAFIA DI ZANELE MUHOLI Attraverso gli oltre novanta autoritratti fotografici presenti nel volume, Zanele Muholi, che dal prossimo 26 novembre sarà al centro della mostra a lei dedicata dal Gropius Bau di Berlino, affronta il tema della discriminazione razziale e di genere, affidando alle potentissime immagini in bianco e nero il compito di veicolare un pensiero critico nel quale confluiscono vicende personali e globali.  Nata a Umlazi, in Sud Africa, nel 1972, l'artista ha conosciuto la tragica esperienza dell'apartheid, scegliendo quindi la via dell'attivismo visivo e politico come forma di opposizione a una storia fatta di barriere, pregiudizi e soprusi. Mettendo il proprio corpo davanti all'obiettivo fotografico, Zanele Muholi si espone in prima persona, schierandosi affinché le ombre lunghe del passato smettano di rappresentare una minaccia per il presente e per il futuro. [Immagine in apertura: © Zanele Muholi. Courtesy of Stevenson Gallery, Cape Town/Johannesburg, and Yancey Richardson Gallery, New York. Zanele Muholi, Faniswa , Seapoint, Cape Town 2016. Da Zanele Muholi: Somnyama Ngonyama, Hail the Dark Lioness (Aperture, 2018)]
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