Utilizzando tecnologie sostenibili e d'avanguardia e riciclando buona parte dei materiali dal precedente ponte "Striatus", stampato in 3D nel 2021, lo studio di architettura fondato da Zaha Hadid ha messo a punto una nuova struttura che combina innovazione e sostenibilità.

Zaha Hadid Architects non smette di stupirci. Lo studio di architettura fondato dall'indimenticabile progettista irachena naturalizzata britannica ha recentemente presentato una nuova (futuristica) opera. Si tratta di Phoenix, un ponte sostenibile stampato in 3D e realizzato a Lione utilizzando 10 tonnellate di materiali riciclati. Buona parte di essi provengono da un'altra iconica struttura sviluppato dello stesso team: Striatus, la prima passerella ad arco interamente stampata in 3D che debuttò in occasione della Biennale di Architettura di Venezia del 2021.IL PONTE SOSTENIBILE STAMPATO IN 3D PHOENIX Partendo dal riciclo dei blocchi originali di Striatus, il team d'architettura britannico ha concepito il nuovo progetto in un'ottica ancora più sostenibile. Grazie alla collaborazione con un'azienda specializzata in materiali da costruzione green, Phoenix è stato costruito in cemento mediante una particolare tecnologia a bassa emissione, in grado di produrre fino al 40% di CO2 in meno rispetto alla tecnica utilizzata per Striatus. Anche la stampa in 3D consente di ridurre fino al 50% la quantità di materiale da costruzione impiegato, rappresentando di conseguenza un innovativo e promettente modus operandi in un'ottica di architettura sostenibile.IL PROGETTO DI ZAHA HADID ARCHITECTS Phoenix rappresenta oggi “una pietra miliare significativa” nel campo dell'innovazione tecnologica, secondo Shajay Bhooshan, che guida il Computation and Design Group nello studio Zaha Hadid Architects. In particolare il nuovo ponte “mostra l'evoluzione delle tecnologie integrate di progettazione e di costruzione avviate con 'Striatus'. Sono stati apportati miglioramenti alla robustezza degli strumenti di progettazione digitale, e perfezionamenti alla progettazione strutturale e alla circolarità. E ancora una maggiore integrazione con i parametri di stampa robotizzata del calcestruzzo e un'ampia calibrazione per migliorare l'efficienza della produzione di un numero quasi doppio di blocchi in un tempo di stampa inferiore”, conclude Bhooshan. E chissà quali saranno i prossimi passi che lo studio si appresta a compiere in questo specifico campo della progettazione. [Immagine in apertura: Phoenix bridge. Copyright Block Research Group]
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