Luce Social Club torna con Filippo Timi tra gli ospiti
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Luce Social Club S4 Ep.10
Venerdì 19 gennaio – ore 21:15
Si avvicina una nuova tappa del viaggio di Sky Arte nella cultura contemporanea, ancora una volta scandagliata con la lente di Luce Social Club, l'immancabile appuntamento settimanale dedicato al panorama culturale attuale in tutte le sue sfaccettature. Come sempre, a raccontare il meglio di cinema, teatro, musica, arti visive, intrattenimento e letteratura sono direttamente i protagonisti della scena contemporanea. Il decimo episodio della quarta stagione va in onda – in prima visione – venerdì 19 gennaio. In compagnia dei conduttori Denise Negri e Federico Chiarini, la puntata accende i riflettori sui percorsi creativi degli artisti e sulle ultime novità della scena culturale del nostro tempo.Il primo ospite in studio è l’attore Filippo Timi, che ricostruisce la sua esperienza sul set della serie tv I Delitti del BarLume, arrivata all’undicesima stagione. “La cosa impressionante del BarLume è che ho cominciato la serie che ero il nipote di uno dei vecchietti. Adesso sono diventato quasi uno dei vecchietti”, confessa simpaticamente Timi. L’interprete sottolinea poi che tra gli attori “si è creato un legame molto, molto forte, forse perché per quasi tutti noi era la prima volta che facevamo una serie, e che affrontavamo un certo tipo di comicità e di narrazione.”Segue l’ospite musicale della serata: questa puntata è il cantautore ed ex chitarrista de Il Muro del Canto, Giancarlo Barbati Bonanni (in arte Giancane). “Tutto è iniziato nel 2013, dieci anni fa”, spiega il musicista. “L'ironia sicuramente c'è, anche perché lo faccio in primis per me. Butto fuori quello che non mi piace, scrivo delle canzoni per me stesso. Non penso mai a farlo per altri.” A conclusione della serata, si entra dietro le quinte del mondo del teatro con l’attore Paolo Camilli, che presenta la sua nuova tournée, Sconfort Zone, in partenza a febbraio. Lo spettacolo – che farà tappa in tutta Italia, da Milano a Bologna, passando per Torino, Roma e altre città – nasce da un concetto essenziale, ovvero “quella che chiamiamo ‘comfort zone’.Spesso non ci accorgiamo che in realtà è una situazione”, precisa Camilli. “Ci creiamo delle situazioni dove crediamo di stare bene, di essere protetti, ma in realtà ci adattiamo in dei contesti e con delle persone che ci fanno un po’ allontanare da noi stessi. Lo facciamo per paura più che altro. E poi c'è anche la pigrizia, ma prima della pigrizia, secondo me c'è la paura. La paura di mettersi in gioco, la paura di riconoscere quello che veramente vogliamo.”