Le opere di 30mila artisti saranno lanciate sulla Luna
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Dal fisico e storyteller Samuel Peralta arriva il progetto per mandare sulla luna una serie di “capsule del tempo”: più di 30mila creativi hanno aderito all’iniziativa con arte, poesia, cinema, televisione, musica, podcast e molto altro.
Da sempre, l'essere umano guarda alle stelle con l’ambizione di lasciare un segno che gli sopravviva: lo sa bene Samuel Peralta, fisico e scrittore di romanzi di fantascienza che sta per realizzare il suo eccentrico sogno di mandare sulla Luna, per conto della NASA, quattro “capsule del tempo” che raccolgono le opere di oltre 30mila artisti provenienti da 157 paesi. Lettere, opere d’arte, musica, opere teatrali e televisive e persino podcast, compongono quello che dovrebbe essere un campionario esaustivo, nel tentativo di descrivere la creatività umana nel suo complesso. IL PROGETTO "LUNAR CODEX"
Il progetto si chiama Lunar Codex, e si aggiunge a una serie di iconici tentativi di "colonizzazione" della Luna, tra cui l'ideazione del museo interstellare della Moon Gallery Foundation e l’avventura di DearMoon, il viaggio sul satellite terrestre di un’equipe di otto artisti (previsto per il 2023 ma ancora mai effettuato).
Ma come lanciare una tale quantità di opere in orbita? Riprendendo i Golden Records, dischi d’oro che descrivevano la Terra e la specie umana lanciati nello spazio dalla NASA nel 1977, Peralta ha scelto di avvalersi di un supporto analogico, quello delle NanoFiche: si tratta di dischi di nichel con un diametro inferiore ai tre centimetri, in grado di contenere fino a 150mila pagine di testo e immagini incise con laser.
ARTE NELLO SPAZIO
“Ho sognato di andare sulla Luna e un giorno è stato possibile. Sto condividendo quel sogno con molti degli artisti, autori, musicisti e registi di cui amo il lavoro”, ha dichiarato Samuel Peralta. “La nostra speranza è che i futuri viaggiatori che troveranno queste capsule del tempo scopriranno alcune delle ricchezze del nostro mondo oggi”.
[Immagine in apertura: foto di Nicolas Thomas su Unsplash]