A Roma il MAXXI ospita fino al 4 settembre 2022 un’installazione site specific firmata da Mario Botta e costituita da riproduzioni in legno di una selezione dei più suggestivi edifici dell’architetto. Concetto guida dell’esposizione: sacro e profano.

Per la settima edizione del ciclo NATURE, il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo ha invitato il maestro dell’architettura internazionale Mario Botta a progettare un’installazione site specific capace di sintetizzare, tridimensionalmente, la propria poetica architettonica. La Galleria Gian Ferrari, fino al 4 settembre 2022, ospita così la mostra MARIO BOTTA. SACRO E PROFANO curata da Margherita Guccione e Pippo Ciorra; a costituirla sono scenografiche e pregiate riproduzioni lignee, a varie scale, di progetti realizzati dall’architetto svizzero nel corso della sua carriera.L'ARCHITETTURA DI MARIO BOTTA IN MOSTRA AL MAXXI L’idea di sintetizzare la ricerca architettonica di Botta nella dualità sacro/profano è declinata in due modi: come logica suddivisione degli edifici da lui progettati, divisi a seconda della loro funzione e destinazione d’uso tra luoghi sacri e spazi indirizzati all’uso civile; e come pretesto per indagare concetti chiave dell’architettura e del progettare. Secondo Botta, la dimensione sacrale è già insita nell’architettura: risiede, ad esempio, nel rapporto tra luce e ombra, pieni e vuoti, trasparenza e materia, gravità e leggerezza. “Costruire è di per sé un atto sacro, è un’azione che trasforma una condizione di natura in una condizione di cultura; la storia dell’architettura è la storia di queste trasformazioni. Il bisogno che spinge l’uomo a confrontarsi con la dimensione dell’infinito è una necessità primordiale nella ricerca della bellezza che sempre ha accompagnato l’uomo nella costruzione del proprio spazio di vita”, afferma l'architetto.I PROGETTI DI MARIO BOTTA ESPOSTI A ROMA La coinvolgente installazione vede a rappresentanza del tema del “sacro” una serie di edifici di culto progettati in tutto il mondo da Botta. Tra i suoi primi approcci con la dimensione sacrale spicca la Chiesa di San Giovanni Battista a Mogno, in Svizzera, visibile in mostra attraverso una riproduzione in scala 1:2 dell’abside. C’è poi la Chiesa di San Rocco a Sambuceto, in Abruzzo, appena ultimata, la Cattedrale della Resurrezione a Évry, in Francia, la suggestiva Cappella di Santa Maria degli Angeli sul Monte Tamaro, la Sinagoga Cymbalista e il Centro dell’eredità ebraica di Tel Aviv, la Chiesa di San Carlino sul Lungolago di Lugano e quella del Santo Volto a Torino. Il tema del “profano” è invece espresso in mostra da quattro progetti: due poli museali quali il MART di Rovereto e lo statunitense Museo Bechtler di Charlotte, il ristorante svizzero Fiore di Pietra realizzato sul Monte Generoso a un’altitudine di oltre 1.700 metri e, infine, il suggestivo Centro termale Fortyseven di Baden, anch'esso in Svizzera. [Immagine in apertura: Allestimento della mostra al MAXXI Museo Nazionale delle arti del XXI secolo Nature. MARIO BOTTA SACRO E PROFANO. Credit: Enrico Cano]
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