È un evento senza precedenti quello in corso al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano. Per la prima volta, nel capoluogo lombardo, è infatti esposta la "Crocifissione" di Masaccio. Proveniente dal Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, che la custodisce in forma permanente, la celebre tavola resterà in città fino al 7 maggio 2023.

È sostanzialmente impossibile raccontare la storia dell'arte italiana del Quattrocento senza riservare specifica attenzione all'opera eccezionalmente esposta in queste settimane a Milano, al Museo Diocesano Carlo Maria Martini. Proveniente dal Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, la Crocifissione di Masaccio è uno dei capolavori della produzione dell'artista toscano, figura rivoluzionaria che pose le basi della pittura rinascimentale. A MILANO LA CROCIFISSIONE DI MASACCIO Curata da Nadia Righi, a capo del Museo Diocesano di Milano, e da Alessandra Rullo, conservatore del dipartimento dipinti e sculture del XIII, XIV e XV secolo del Museo e Real Bosco di Capodimonte, l'esposizione milanese della Crocifissione rappresenta un evento senza precedenti. Mai prima d'ora – e solo fino al 7 maggio 2023 – la tavola era stata infatti in mostra nel capoluogo lombardo. L'esposizione in corso intende rendere omaggio al collezionista Alberto Crespi: recentemente scomparso, nel 1999 donò al Museo Diocesano la sua raccolta di opere su fondo oro. Si tratta di quarantuno dipinti, che nel periodo di apertura della rassegna su Masaccio saranno affiancati da approfondimenti dedicati a questa particolare tecnica, adottata anche nella Crocifissione. Progettato dagli architetti Alessandro Colombo e Paola Garbuglio, l'allestimento consente di fare luce sulla genesi e sulla struttura di questo lavoro pittorico, concepito come cuspide del polittico realizzato dal pittore di San Giovanni Valdarno, nel 1426. A commissionarlo fu il notaio ser Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto per la cappella di famiglia, nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Pisa. Tuttavia, già alla fine del XVI secolo, il polittico risultava sembrato.MASACCIO E LA CROCIFISSIONE  Oltre ad approfondimenti su Masaccio e a confronti con il resto dei suoi lavori, l'allestimento milanese include un'installazione video in cui a "riprendere vita", a grandezza naturale, è proprio l'intero polittico. A comporlo erano undici pannelli, che grazie alla descrizione inclusa da Giorgio Vasari nella seconda edizione delle Vite sono stati identificati, laddove possibile, in vari musei internazionali: dalla National Gallery di Londra, che possiede la tavola centrale raffigurante la Madonna in trono con il Bambino e angeli, allo Staatliche Museen di Berlino, fino al Museo Nazionale di Pisa e al Getty Museum di Malibu. Concentrando infine l'attenzione sulla Crocifissione del Museo di Capodimonte di Napoli, Masaccio scelse di rappresentare, su sfondo oro, la Madonna, san Giovanni Evangelista e la Maddalena colti nell'atto di piangere il Cristo in croce. L'osservatore resta colpito dalle loro umanissime manifestazioni di dolore, restituite attraverso gesti inequivocabili: è il caso delle braccia verso il cielo di Maria Maddalena, immortalata di spalle in un momento di autentico dramma. Occupa il centro della scena ed è ritratto frontalmente il Cristo, per il quale Masaccio studiò una particolare restituzione del corpo dovuta alla visione dal basso in origine prevista per l'opera. [Immagine in apertura: Masaccio, Crocifissione. Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte, dettaglio]
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