La figura di Michelangelo Buonarroti rappresenta un unicum nella storia dell'arte rinascimentale non solo per lo sconfinato talento. Grazie alla sua attitudine alla conservazione di documenti e testimonianze varie, il poliedrico artista continua a raccontarci la sua vita e il suo tempo. Come emerge anche dalle 342 lettere autografe appena restaurate.

Fu pittore, scultore, architetto e anche poeta. Michelangelo Buonarroti scrisse, e molto, indirizzando le sue missive anche ai protagonisti della sua epoca, uomini e donne di potere o influenti come papa Clemente VII, la regina di Francia Caterina de' Medici, la poetessa Vittoria Colonna, lo storico Benedetto Varchi, il pittore Sebastiano del Piombo, il collega e storico Giorgio Vasari. Ed è proprio grazie a Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, redatte da quest'ultimo, che le gesta di straordinari artisti del passato sono giunte fino a noi. Vasari incluse nei suoi ritratti biografici anche quello di Michelangelo, che tuttavia costituisce un caso unico nel panorama rinascimentale: la conoscenza del genio di Caprese è infatti legata soprattutto alle sue stesse memorie.342 LETTERE AUTOGRAFE DI MICHELANGELO Promosso dall'Associazione degli Amici della Casa Buonarroti, nelle persone di Elisabetta Archi e Antonio Paolucci, il progetto di restauro che ha recentemente avuto per oggetto 342 lettere autografe di Michelangelo rappresenta un atto fondamentale per la salvaguardia del prezioso (e fragile) patrimonio cartaceo un tempo appartenuto all'artista e alla sua famiglia. L'intervento ha riguardato una delle sezioni di maggiore pregio del cospicuo Archivio Buonarroti, ovvero quella relativa al fondo di carte autografe dell'artista. Le 342 lettere in questione costituiscono i volumi IV e V dell'Archivio Buonarroti. Le operazioni condotte su tali epistole hanno previsto il restauro, il condizionamento e la documentazione fotografica digitale HD dei singoli fogli.L'ARCHIVIO DI MICHELANGELO A FIRENZE Di proprietà di Casa Buonarroti, la cui sede è nell'edificio omonimo nel centro storico fiorentino, l'Archivio include oltre 25mila carte e 169 volumi. Si tratta di un corpus di beni che dagli antenati di Michelangelo è arrivato fino al suo ultimo discendente diretto, al quale si deve la decisione, risalente al 1859, di lasciare la Casa e l'intero patrimonio costudito al suo interno alla Città di Firenze. Nel capoluogo toscano è dunque presente la più ricca documentazione su Michelangelo a livello globale, in parte consultabile anche online sul sito ufficiale dell'istituzione. Dalle lettere a mano scritte dall'autore degli affreschi della Cappella Sistina, così come dal corpus di testimonianze formato da contratti, lettere ricevute, minute delle lettere inviate, bozze di poesie, conti della spesa da lui conservati, si evincono fatti, trapelano dettagli e curiosità: dati che contribuiscono a rendere la figura di Michelangelo ancor più unica. Anche grazie all'encomiabile lavoro di custodia portato avanti dai suoi discendenti è oggi possibile sapere cosa mangiava, come si curava, quanto spendeva per gli abiti, e aprire un varco nel suo lato più umano. Fra slanci di gioia, tormenti e umanissime preoccupazioni. [Immagine in apertura: Michelangelo Buonarroti, Lettera scritta in Roma al fratello Buonarroto in Firenze, 18 settembre 1512. Firenze, Archivio Buonarroti, IV, 25]
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