Fino al prossimo 10 settembre, l’ADI Design Museum di Milano presenta una mostra che sviscera il rapporto tra uomo e ambiente urbano attraverso l’opera dell’artista, architetto, designer e teorico italiano Ugo La Pietra.

Ugo La Pietra è uno dei pensatori italiani più innovativi del XX secolo. Artista, architetto e designer, ma soprattutto instancabile sperimentatore, a partire dagli anni Sessanta La Pietra porta avanti una riflessione sul rapporto tra individuo e ambiente, ripensando lo spazio collettivo e gli oggetti che lo abitano. La mostra milanese Attrezzature urbane per la collettività. Dai dissuasori ai gazebi, visitabile fino al 10 settembre presso l’ADI Design Museum, ripercorre la ricerca dell’artista relativa all'indagine sullo spazio collettivo urbano, attraverso una serie di opere bidimensionali, arredi, oggetti tridimensionali e filmati. LA MOSTRA DI UGO LA PIETRA A MILANO “Partendo da piccole cose, da piccoli oggetti, apparentemente insignificanti o comunque trascurati come quelli che affollano i nostri spazi urbani, La Pietra mette il dito nelle tante piaghe dell’idea di cittadinanza”, ha affermato Luciano Galimberti, presidente di ADI – Associazione per il Disegno Industriale. L’indagine di La Pietra porta alla luce le problematiche dello spazio urbano contemporaneo, dalla carenza di luoghi di decompressione collettiva all'iper-saturazione visiva, luminosa e sonora delle città. IL RAPPORTO TRA INDIVIDUO E AMBIENTE L’artista dimostra tutt’oggi un impeto progressista che cattura a pieno le criticità sociali e le urgenze del vivere collettivo contemporaneo. “Oggi, in mancanza di progetto e non riuscendo a trasformare le nostre città, potrebbe venirci incontro ciò che da tempo vado pensando e progettando: i luoghi di decompressione. Si dovrebbero realizzare sempre più numerosi spazi pensati come momenti di sospensione, rispetto al ‘troppo’ che caratterizza le città: troppo rumore, troppo traffico, troppe presenze di persone, troppo inquinamento atmosferico…”, ha dichiarato Ugo La Pietra. [Immagine in apertura: Mobili da riconversione progettuale, CIAC Foligno, 2018 © Aurelia Raffo]
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